Il sughero, insostituibile materia prima dei tappi per il vino, dal 1° settembre si è unito alla manciata di altri prodotti, tra cui aerei e farmaci generici, che sono stati esentati dai dazi statunitensi del 15%, applicati alla maggior parte dei prodotti dell’Unione Europea, vino incluso. L’esenzione del sughero rappresenta un enorme successo economico e diplomatico per il Portogallo, Paese europeo che è il maggior produttore al mondo, con circa la metà della produzione globale.
Il sughero deriva dalla corteccia della quercia da sughero, che viene coltivata e raccolta principalmente nel bacino del Mediterraneo. L’accordo commerciale quadro tra Stati Uniti e Unione Europea ha individuato il materiale come “prodotto naturale non disponibile”, pertanto le autorità portoghesi hanno fatto pressioni per l’esenzione. Anche Patrick Spencer, direttore esecutivo del Natural Cork Council, con sede negli Stati Uniti, si è recato a Washington, a giugno, per spiegare le origini del sughero ai funzionari commerciali statunitensi e per ottenere una deroga tariffaria. Anche il Wine Institute, che rappresenta i viticoltori californiani, ha dichiarato di aver spinto per la deroga speciale. Spencer si è poi detto entusiasta quando l’accordo Usa-Ue ha escluso il sughero dai dazi. Non è chiaro se il sughero sia un caso unico o se altri prodotti naturali saranno esenti dai dazi statunitensi nei futuri accordi commerciali.
Non è nemmeno chiaro se i dazi imposti da Trump sulle importazioni dall’Unione Europea e da quasi tutti i Paesi del mondo rimarranno in vigore, visto che pochi giorni fa la Corte d’Appello statunitense ha stabilito che Donald Trump non aveva il diritto di imporre i suoi dazi doganali, pur mantenendoli in vigore, tanto che la sua amministrazione si è appellata alla Corte Suprema.
Ma se i dazi dovessero rimanere in vigore, il sughero potrebbe essere il preludio di altre esenzioni future. Il Segretario al Commercio statunitense Howard Lutnick ha infatti dichiarato, durante un’intervista di luglio alla Cnbc, che prodotti naturali come mango, banane, cacao e caffè, che non vengono coltivati negli Stati Uniti, potrebbero essere esentati dai dazi. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato per il sughero portoghese, dopo la Francia. Nel 2023, gli Stati Uniti hanno importato sughero dal Portogallo per un valore di 241 milioni di dollari; poco più del 70% di esso è arrivato sotto forma di tappi per vino, liquori, olio d’oliva, miele e altri liquidi, secondo il Natural Cork Council.
Ma il sughero ha anche altre applicazioni: la Nasa e SpaceX lo hanno utilizzato per la protezione termica sui razzi. Il sughero sbriciolato viene anche utilizzato per la costruzione di campi sportivi e inserito nel calcestruzzo delle piste aeroportuali per contribuire ad assorbire l’impatto degli atterraggi degli aerei. Sebbene la California abbia un clima simile a quello mediterraneo, gli Stati Uniti non hanno mai sviluppato un’industria del sughero. Ci fu un tentativo di avviarne una durante la Seconda Guerra Mondiale e circa 500 querce da sughero di quel periodo rimangono nel campus dell’Università della California, Davis. Ma lo sforzo svanì alla fine della guerra. Il problema è ci vogliono 25 anni perché una quercia da sughero produca la sua prima corteccia per la raccolta, e la resa iniziale in genere non è di alta qualità. Dopodiché, l’albero impiega altri nove anni per produrre nuova corteccia. “Gli americani non sono abbastanza pazienti da aspettare che un albero impieghi 25 anni per dare il suo primo raccolto”, ha affermato Antonio Amorim, presidente e ceo del gruppo Amorim Cork, una delle più grandi aziende di sughero al mondo.
La decortica, ovvero la raccolta del sughero, è anche un’abilità estremamente specialistica, poiché tagliare un albero nel modo sbagliato potrebbe ucciderlo. I raccoglitori di sughero sono i lavoratori agricoli più pagati in Europa. Amorim, che esporta sughero in oltre 100 Paesi, possiede più di 20 milioni di alberi da sughero distribuiti su 700.000 ettari di bosco.
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