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CIA (CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI): SUBITO UN DECRETO PER VIETARE LA SEMINA IN ITALIA DI OGM, A RISCHIO 5.000 PRODOTTI TIPICI. GLI FA ECO MARTINA CHE, NEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, PROMETTE NUOVI PROVVEDIMENTI PER IMPEDIRNE LA COLTIVAZIONE

La Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), alla vigilia della mobilitazione della task-force “Per un’Italia libera da Ogm”, di cui fa parte insieme ad altre 38 associazioni ribadisce che non è pensabile una deregulation transgenica, soprattutto in vista di Expo 2015. Gli fa eco il Ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, che, durante il Consiglio dei Ministri, ha ribadito che dopo il pronunciamento del Tar sulla legittimità del decreto che dispone il divieto di coltivazione in Italia per 18 mesi del mais geneticamente modificato, si debba intervenire con eventuali nuovi provvedimenti, d’intesa con le Regioni, per meglio impedire eventuali coltivazioni qualora la sentenza annullasse il decreto in essere.

L’agricoltura italiana è tipica e fortemente legata ai territori ed è incompatibile con il “biotech”. Il governo deve emanare al più presto un decreto interministeriale contro la semina di Ogm - secondo la Cia - perché la loro introduzione metterebbe a rischio gli oltre 5.000 prodotti tipici che rappresentano la spina dorsale del “made in Italy” agroalimentare, annullando il maggiore vantaggio competitivo che abbiamo sui mercati: la biodiversità e la tradizione.

Il 9 aprile il Tar si pronuncerà sul ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais Mon810 - ricorda la Cia. Se il ricorso fosse accolto, si aprirebbe la strada a semine di colture transgeniche approfittando della fase di deregulation. Per questo non si può aspettare ancora: ora l’esecutivo deve risolvere definitivamente la questione Ogm in Italia, applicando il principio di precauzione come richiesto da tempo.

Si tratta di un’esigenza condivisa dal 70% degli italiani e che diventa imprescindibile a un anno da “Expo 2015”, dove l’Italia ha scelto di mostrarsi al mondo attraverso il cibo, nelle sue accezioni più diverse, ma tutte saldamente legate alla storia, alla cultura, alle tradizioni delle variegate realtà rurali.

Insomma, il valore aggiunto delle produzioni agroalimentari del Bel Paese risiede proprio nella diversità, nell’inimitabilità del loro sapore, mentre gli Ogm tendono all’omologazione.

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