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CIA: IN AGRICOLTURA E’ “ALLARME ROSSO”. LE IMPRESE SONO IN GRAVE DIFFICOLTA’ … IN ITALIA MANCA UNA VERA POLITICA PER L’AGRICOLTURA

Stato di mobilitazione, con iniziative sul territorio, non esclusa una manifestazione di carattere nazionale, un fermo invito per impegno unitario con le altre organizzazioni agricole, in particolare Confagricoltura e Copagri, per azioni comuni, proprio per un maggior sostegno ai produttori: ecco le decisioni, all’unanimità, dei vertici della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori (che ha approvato, la relazione del presidente Giuseppe Politi) davanti alla profonda crisi che sta vivendo l’agricoltura italiana.

Per tutti settori è “allarme rosso”. I prezzi sui campi sono sempre più in caduta libera e i costi produttivi e contributivi hanno toccato livelli non più sostenibili. Le imprese agricole, ogni giorno di più, perdono competitività sui mercati, mentre i produttori vedono ridurre i propri redditi e aumentare gli ostacoli che - afferma la Direzione Cia - impediscono di sviluppare una valida attività imprenditoriale. Il crollo dei prezzi praticati sui campi è l’elemento di maggiore preoccupazione. Un panorama reso ancora più complesso dalla mancanza di una politica mirata a sostegno dell’agricoltura. Le risposte del Governo e della maggioranza per fronteggiare queste situazioni di crisi restano molto parziali, assai riduttive o sbagliate. Pochi e totalmente insufficienti sono i provvedimenti approvati in questi ultimi mesi.

Un elemento destabilizzante è caratterizzato, in particolare, dalla mancanza del finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. E questo, oltre a provocare malessere e allarme tra i produttori agricoli, ha costretto - spiega la la Cia - molti di essi a stipulare polizze con le assicurazioni a costi praticamente triplicati rispetto a quelli dello scorso anno, quando c’era la copertura da parte del Fondo. Attualmente anche le prospettive future sono molto incerte. Davanti ad una Pac, i cui interventi si vanno sempre più assottigliando ed a un contesto internazionale difficile e ad un negoziato Wto che non riesce a decollare, non si è promossa una strategia capace di ridare vigore alle imprese agricole.

“Continua a mancare una vera politica per l’agricoltura. La stessa manovra economica per il prossimo anno, che il Governo si appresta a varare, “rischia di non contenere - afferma ancora la Cia - gli elementi necessari per dare slancio al settore primario. Una conseguenza diretta di un documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) che si limita a parlare, in linea teorica, di interventi a sostegno dell’imprenditoria, ma poco e niente di agricoltura che, nonostante le difficoltà, resta il settore che ha meglio reagito alla crisi in atto, soprattutto se il confronto è con l’industria (-17% il valore aggiunto nei primi 6 mesi 2009)”.

“Le imprese agricole - sottolinea la Cia - mostrano “una strutturale difficoltà a recuperare margini di efficienza ed a produrre reddito da destinare ai consumi, all’innovazione ed agli investimenti. Pesano ed aggravano questa situazione, da un lato, l’aumento del costo del denaro e le difficoltà di accesso al credito che penalizzano maggiormente le imprese, dall’altro, le anomalie ed il malfunzionamento del mercato, un rapporto di filiera frammentato e, in molti casi, inesistente, e un’interprofessione che non riesce a decollare”.

La Direzione Cia ribadisce che “nell’applicazione dei Piani di sviluppo rurale si continuano a registrare, da parte delle Regioni, notevoli ritardi ed evidenti squilibri a danno dell’agricoltura, mentre l’accordo sull’articolo 68 resta insufficiente per rispondere alle esigenze delle imprese agricole.

La Direzione Cia elenca poi misure da adottare per ridare fiato alle imprese agricole in affanno: “estensione a tutte le attività agricole e zootecniche dell’accisa zero per il gasolio; riduzione al 4% dell’aliquota Iva sui carburanti utilizzati nelle attività agricole a tutto il 2010; la riduzione del 50% delle aliquote Iva relative sia all’acquisto dei beni e servizi necessari allo svolgimento dell’attività agricola; fissazione al 4% dell’Iva sulle nuove strutture realizzate nei Piani di Sviluppo Rurale. E’ fondamentale favorire l’accesso al credito e la ristrutturazione finanziaria delle imprese agricole anche con la trasformazione del debito con gli istituti bancari dal breve a medio e lungo termine; sempre più necessario un impegno unitario del mondo agricolo”.

“Un invito - chiudono gli agricoltori della Cia - in questo senso è rivolto soprattutto a Confagricoltura e Copagri, organizzazioni con le quali, peraltro, sono state promosse, a livello territoriale, manifestazioni di carattere unitario”.

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