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“CIBO CENTRALE PER TUTTE LE POLITICHE DI SVILUPPO SOSTENIBILE A LIVELLO GLOBALE”: COSÌ ROBERTO BURDESE, PRESIDENTE SLOW FOOD ITALIA, CHIAMATO DAL MINISTRO DELL’AMBIENTE CLINI A PORTARE UN CONTRIBUTO ALL’AGENDA DELL’ITALIA PER UN FUTURO SOSTENIBILE

“Il cibo è centrale per tutte le politiche di sviluppo sostenibile a livello globale”: lo ha detto il presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese, invitato dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini per dare il contributo dell’associazione della chiocciola all’agenda degli impegni italiani per un futuro sostenibile e in vista della Conferenza Onu che si terrà a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno. In questo contesto, ha aggiunto Burdese, “l’esperienza di Slow Food, specialmente attraverso Terra Madre, porta in dote all’Italia uno dei migliori esempi concreti di modelli e strumenti per un’economia verde. Come è stato scritto nel rapporto Onu del 2005 Millennium Ecosystem Assessment, produzione, distribuzione e consumo di cibo sono tra i principali responsabili del cambiamento climatico. Quindi attuare politiche del cibo sostenibili significa - ha osservato - non solo incidere direttamente sull’ambiente ma anche creare meccanismi che coinvolgono i cittadini che, in quanto consumatori, possono intervenire con le loro scelte sullo stato di salute del pianeta”.

Tra i temi trattati al Forum “L’Italia verso Rio+20”, promosso dal Ministero dell’Ambiente, e di scena ieri e oggi a Roma, con l’obiettivo di condividere con la società civile l’agenda degli impegni italiani per un futuro sostenibile, anche il nuovo indicatore del progresso della società italiana allo studio di Cnel-Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e Istat, il “benessere equo e sostenibile” (Bes), che integra il Pil con altri elementi. Dodici i domini individuati, tra cui anche ambiente, salute, paesaggio e patrimonio culturale, ai quali Burdese ha richiesto di aggiungere un nuovo parametro: “crediamo che in un dibattito sul futuro sostenibile e sul benessere delle nostre società non si possa prescindere dal considerare la qualità alimentare come fattore indispensabile. Il cibo è uno dei principali responsabili dell’erosione delle risorse naturali, ma anche indicatore dello stato di benessere dell’economia artigiana di piccola scala e dei consumatori. Qualità alimentare - ha detto Burdese - vuol dire ridurre gli sprechi e accorciare la filiera, tutelando la biodiversità e lo stato di salute del paesaggio. Infine qualità alimentare vuol dire accedere a prodotti buoni a prezzi equi, sia per il consumatore che per chi li produce”.

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