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CIBO DI STRADA: UN DISCIPLINARE E UN VADEMECUM PER GLI OPERATORI. DAL CONVEGNO DEL RADUNO DEL CIBO DI STRADA SEGNALI INTERESSANTI PER IL SUO FUTURO. IN ITALIA OLTRE 3.000 OPERATORI E SE CALANO GLI AMBULANTI (-8%), CRESCONO GLI ITINERANTI (+18%)

Il futuro del cibo di strada dipenderà dalla burocrazia. Emerge dal convegno sul tema “Quali prospettive per il futuro del cibo di strada italiano?”, incontro ieri a “StreetFood Market” a Marciano della Chiana (Arezzo), evento promosso dall’associazione no profit StreetFood e dedicato all’incontro di cibi di strada provenienti da tutta l’Italia. Tirando le somme burocrazia e norme igienico-sanitarie troppo diverse da regione a regione, sarebbero alla base del calo notevole di operatori del settore (-8% dal 2005 al 2008) che oggi in Italia sono 3.000. Il dato di flessione è riferito ai cosiddetti ambulanti, mentre sul fronte degli itineranti si parla di una crescita (+18% nello stesso periodo).

Largo ai giovani sembra essere l’altro monito che si solleva dal raduno italiano n. 1 dei cibi di strada “perché questo settore - come sottolinea Aldo Cursano, vice presidente nazionale di Fipe/Confcommercio - sempre di più oggi rappresenta un motore di traino per il turismo e per il nostro Paese anche all’estero, oltre a creare un indotto economico di grande valore e prospettive per i più giovani”. Cibo di strada anche come valore culturale in rappresentanza della tradizione popolare che colora l’Italia. “Non deve diventare una moda il cibo di strada - spiega Massimiliano Ricciarini, presidente dell’associazione StreetFood - ma un modello culturale da poter inserire nella quotidianità con una diffusione maggiore anche nei consumatori più giovani”.

Il vero cuore è rappresentato dal mercato dei cibi di strada che si snoda per le vie del borgo medievale con operatori provenienti da tutta l’Italia: dai Gofri piemontesi, al panino con lampredotto, la porchetta, la focaccia di Recco, il tortello alla lastra, le olive ascolane e tanti altri prodotti di strada provenienti da tutta Italia. Marciano della Chiana è letteralmente presa d’assalto dai “gusturisti”, ovvero gli amanti del gusto itinerante.

L’associazione “Streetfood” è nata con l’obiettivo principale di recuperare la storia del cibo di strada e di promuovere questo mondo che in Italia vanta radici storiche; tra le attività dell’associazione Streetfood la ricerca, con la partecipazione ai master di settore, a corsi universitari grazie all’ausilio di pubblicazioni in corso d’opera.

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