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CIBO & GOVERNO: LO STATO CHIEDE “REGOLARITÀ” ALLE IMPRESE, MA È IN FORTE RITARDO SUI PAGAMENTI A CHI GESTISCE MENSE E BUONI PASTO (IL PUNTO DOMANI A ROMA NEL CONVEGNO “TAIIS”). E IL MINISTRO DELLA SALUTE BALDUZZI ANNUNCIA LA “TASSA SUL JUNK FOOD”

Il Ministro della Salute Renato Balduzzi torna a parlare della tassa sul “junk food”, “per il bene dei cittadini e per ammodernare le strutture ospedaliere”, ma anche per fare cassa (solo dai superalcolici dovrebbero arrivare 24 milioni di euro). Ma mentre il Governo è impegnato a recuperare danari per il bilancio dello Stato, anche chiedendo più regolarità nei pagamenti, le pubbliche amministrazioni continuano a saldare in ritardo le società che gestiscono mense e buoni pasto. Il tema sarà al centro della conferenza stampa organizzata dal Taiis - Tavolo Interassociativo Imprese dei Servizi domani a Roma, a cui aderiscono Angem (gestori mense) e Anseb (emettitori buoni pasto), e alla quale interverranno anche parlamentari in rappresentanza delle principali forze politiche.

Ma intanto la tassa sul cibo spazzatura si avvicina, “per il bene dei cittadini”, secondo il Ministro. “Il primo segnale che vogliamo dare - spiega Balduzzi - riguarda la necessità di migliorare le abitudini alimentari. Mandiamo un messaggio ai consumatori, vogliamo farli risparmiare in termini di salute, cosa che poi si traduce in un risparmio anche per il sistema sanitario nazionale. Si tratta di una piccola imposta e dobbiamo finire di concordarla con le Regioni, che comunque mi sembrano d’accordo su questa impostazione. Per ora stiamo pensando di utilizzare il denaro per migliorare le strutture sanitarie, dal punto di vista delle attrezzature. Si tratta di un settore molto in sofferenza. Quando le risorse sono limitate come in questo momento e’ piu’ difficile aprire agli investimenti”.

Si parte con superalcolici, succhi e bevande gassate, da cui si dovrebbero incassare circa 270 milioni di euro, mentre per merendine, patatine, crackers e altro si è per ora decisa una strada diversa: il Ministero della Salute ha chiesto ai produttori di abbassare entro il 2014 grassi, zuccheri e sodio per rendere questi alimenti più sani, ed in casso di mancato rispetto delle disposizioni scattano le tasse, decise un tavolo di esperti e rappresentanti delle aziende. Uno studio del ministero prevede un prelievo di 50 euro ogni 100 litri, cioè mezzo euro al litro. In questo modo entreranno nelle casse dello stato circa 24 milioni di euro, visto che ogni anno in Italia si bevono 48 milioni di litri di gin, vodka, grappa, whisky eccetera. Poi ci sono le bevande analcoliche zuccherate, che comprendono un gran numero di prodotti, dai succhi di frutta a quelli a base di latte o di the, dalle decine di bevande gassate sul mercato fino ai prodotti arricchiti di vitamine o di sali e ai cosiddetti “energy drink”. Qui il prelievo per litro sarà molto più basso perché il consumo è altissimo: ben 3,5 miliardi di litri ogni anno. La tassa prevista è di 7,16 euro ogni 100 litri, appena 2 centesimi e mezzo per una lattina, e farà incassare allo Stato circa 245 milioni all’anno.

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