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CIBO & INTOLLERANZE - PEDIATRA: LE INTOLLERANZE ALIMENTARI INFANTILI SONO SOVRASTIMATE

Quell’improvviso prurito o qualche problema intestinale e subito si mette sotto accusa l’ultimo cibo mangiato. Eppure non sempre basta un mal di pancia a decretare l’intolleranza alimentare che “va verificata con una diagnosi clinica prima di escludere del tutto un alimento dalla dieta”, ha spiegato all’agenzia Asca Giuseppe Morino, responsabile dell’Unità Operativa di Dietologia Clinica dell’Ospedale Bambino Gesù.

“Oggi si pensa che qualunque sintomo nasconda un’intolleranza - continua lo specialista - e persino sovrappeso e obesità vengono ritenute “spie” di un problema, ma non c’è nessuna conferma scientifica che sia così”. Quindi ben vengano i controlli, “anche perchè, diversamente che nelle allergie respiratorie - precisa Morino - non esistono test specifici per i diversi alimenti, fatta eccezione per il lattosio con il Breath Test e per l’intolleranza al glutine”. I passaggi necessari sono quelli di “una diagnosi clinica, escludendo l’alimento sospetto e sorvegliando la reazione dell’organismo”, spiega l’esperto. Solo allora “va seguita una scrupolosa dieta priva dell’alimento che provoca sintomi che possono andare dai dolori addominali a quelli più acuti e gravi”.

In Italia, si stima che il 2% della popolazione adulta sia “malata” per colpa del cibo, mentre tra i bambini i casi di intolleranza alimentare sono il 7,5%.

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