Il nutrire l’anima insieme al corpo, l’attenzione per la sostenibilità, l’anti-spreco e il riuso, l’importanza dell’esperienza e anche dell’impatto visivo, ma anche la tecnologia e il valore della famiglia: ecco cosa aspettarsi a tavola nell’anno che sta per arrivare, secondo TheFork, l’app di ricerca e prenotazione di ristoranti online, che ha analizzato i trend emersi sulla piattafroma a livello globale. La principale caratteristica che dovrà avere il cibo nel 2020 è quello di essere Soul Food: nutrirsi non significa più soddisfare solo il palato, i consumatori cercano piatti in grado di soddisfare il corpo, l’anima e la mente, coniugando i benefici di ingredienti funzionali con momenti di piacere e relax. I ristoranti teneranno a prendere sempre più in considerazione gli stati d’animo umani nelle loro ricette in modo da poter proporre piatti adatti al mood dei loro commensali. E sempre su questa lunghezza d’onda, c’è la Ristoceutica, cioè l’integrazione della nutraceutica nell’alimentazione e dunque nella ristorazione, che porta in tavola piatti in grado di far stare bene corpo e mente, ingredienti con effetti positivi per la salute, la prevenzione e il trattamento delle malattie trovano sempre più posto anche nella ristorazione.
Da osservare è anche l’Effetto Wow, termine che riassume la voglia dei consumatori non solo di consumare buon cibo, ma anche di vivere un’esperienza. E per questo servizio e atmosfera di un locale saranno sempre più essenziali. E l’esperienza, a volte, supera il settore del cibo, e si trasforma in Food cross-over: si assiste, nella ristorazione e nella grande distribuzione, a una crescente mescolanza di offerte per coinvolgere i consumatori, specialmente con il settore beauty. Da una parte laboratori di ricerca e sviluppo dedicati alla bellezza creano per i loro cosmetici trame simili agli alimenti, come granite e composte di frutta, sottolineando l’uso di ingredienti “super” (melograno, matcha, miele e cocco). Dall’altra prodotti che siamo abituati ad associare alle creme per il viso, come il collagene, arrivano sulle tavole dei ristoranti. E proprio il tema della bellezza, o meglio del lato estetico, diventa parte integrante dell’esperienza ristorativa: chiamata Food delirium, delinea la tendenza per cui il cibo diventa un terreno di gioco in cui i codici vengono capovolti, e le componenti estetiche e cromatiche dei piatti diventano aree di sperimentazione artistica. Negli anni abbiamo visto avvicendarsi diverse proposte volte a stupire, specie attraverso i social media: il cibo glitterato, l’effetto unicorno, i freakshakes, la matcha mania, l’avocado everywhere...
Alleata sicura del mondo del food e della ristorazione sarà comunque la tecnologia: ecco che con la Smart Consuption le app aiutano a semplificare parti dell’esperienza al ristorante, oppure lo sviluppo tecnologico diventa una leva per la creazione di nuovi ingredienti. Quanto ai tipi di cucina che vedremo esplodere nel 2020, gli hotspot culinari asiatici come Hong Kong, Shanghai e Taiwan stanno facendo da apripista per la loro capacità di ibridare varie tipologie di cucine asiatiche. Anche nel resto del mondo ci sarà questa tendenza al (re)mix. Dirigendosi verso il Medio Oriente, la scena culinaria israeliana sta attirando tutta l’attenzione e raccogliendo successi, incarnati da una generazione di chef israeliani globetrotter che diffondono i loro sapori speziati ovunque. Altra tendenza in fatto di tipologia di cucina sarà la seacuterie, che prevede specialità della charcuterie, ma a base di pesce. Trend strano, ma che proprio per questo non si può dire che non sarà un successo nel 2020, è la Foodastrology, cioè lo scegliere la cena in base al segno zodiacale. L’idea può sembrare folle, eppure alcuni brand, iniziano a lanciare linee di prodotti food con sapori diversi a seconda dei segni zodiacali.
Ciò che è sicuro, è che l’attenzione per l’ambiente e l’attaccamento alla famiglia continueranno a prevalere sulle tavole dei ristoranti: le tre R (riduci, ri-usa e ricicla) saranno il mantra del consumatore nel 2020, che cerca ristoranti a basso impatto sulla scelta delle materie prime, sulla loro preparazione, ma anche sugli spazi ristorativi. E la Ristofamily sarà ancora il punto forte della ristorazione globale: i consumatori sono alla ricerca di un’offerta ristorativa che sappia rispondere alle esigenze familiari.
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