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CIBUS 2010 (PARMA, 10-13 MAGGIO) - NASCE IL PECORINO ANTI-COLESTEROLO: RIDUCE I RISCHI CARDIOVASCOLARI E NON FA INGRASSARE. A SCOPRIRLO, L’UNIVERSITA’ DI CAGLIARI E IL CENTRO MALATTIE DISMETABOLICHE E ARTERIOSCLEROSI DEL BROTZU

Pecorino sardo sì, ma anti-colesterolo e dietetico: nasce il formaggio che abbassa il colesterolo, riduce i rischi cardiovascolari e non fa ingrassare, scoperto dall’Università di Cagliari e dal Centro per le malattie dismetaboliche e l’arteriosclerosi del Brotzu. Sarà presentato a Cibus 2010, il salone internazionale dell’alimentazione (Parma, dal 10 all’13 maggio), dalla Regione Sardegna e dalla Camera di Commercio di Cagliari.

I ricercatori hanno dimostrato come - grazie a un’alimentazione delle pecore a base di semi di lino - si possa produrre un formaggio dallo stesso sapore con il 15% in meno di grassi saturi, con oltre il 300% di Cla (acido linoleico coniugato) in più, elemento essenziale per combattere il colesterolo. Non solo, perché questo tipo di pecorino può contenere fino al 200% in più di omega 3 rispetto al formaggio normale: un ritorno alla natura, che contribuisce anche alla prevenzione di tumori, grazie alla presenza dell’acido linoleico coniugato, l’omega 3 e lo iodio e alle loro proprietà antinfiammatorie e antitumorali.

Nella sperimentazione clinica, il formaggio arricchito è stato distribuito a volontari a basso rischio cardiovascolare e moderatamente ipercolesterolemici e ha dimostrato non solo l’abbassamento della colesterolemia, ma anche che 90 grammi al giorno di quel formaggio non fanno aumentare il peso. “Unire sapori e tradizioni millenarie all’innovazione: questa è la linea adottata dalla Regione per promuovere il made in Sardegna - spiega l’assessore dell’agricoltura della Regione Sardegna, Andrea Prato - il pecorino anti-colesterolo va proprio in questa direzione”. Per il critico gastronomico Edoardo Raspelli, “finalmente, grazie alla ricerca, arriva un formaggio che si può mangiare senza l’ossessione della dieta e che fa addirittura bene. Ora il formaggio non è più un peccato mortale e si coniuga con storia, tradizione e genuinità, elementi unici che possiamo trovare solo in Sardegna”.

Una scoperta che presto si tradurrà in realtà con un marchio collettivo di certificazione e un disciplinare specifico.

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