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CIBUS 2012 - FEDERALIMENTARE: CONTRASTARE “ITALIAN SOUNDING”, DEFISCALIZZARE DI PIÙ ATTIVITÀ DI FUSIONE, PIÙ FONDI PER PROMOZIONE ALLA NUOVA ICE, NUOVA NORMATIVA PER AUTOTRASPORTO, PIÙ RICICLO DEGLI IMBALLAGGI, CHIAREZZA SU INDICAZIONI IN ETICHETTA

Tornare a crescere si può, rilanciando i consumi e sostenendo l’internazionalizzazione. L’industria alimentare ci crede. E Federalimentare, ieri sera a Parma, dove è di scena il Cibus, ha presentato al Governo e alle istituzioni la sua lista di priorità per tornare ad essere protagonista sulle tavole italiane e di tutto il mondo. “Per guardare con rinnovato ottimismo al futuro sono necessari interventi sulla crescita e sul rilancio dei consumi” ha detto il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua Magliani, lamentando, tuttavia, che “non vanno in tale direzione l’ulteriore aumento dell’Iva, l’introduzione di una food tax dannosa e discriminatoria o l’ipotesi di istituire un deposito cauzionale sugli imballaggi”.

Sei i punti fondamentali per Federalimentare: per contrastare i fenomeni dell’Italian Sounding e della contraffazione, sviluppare gli investimenti promozionali all’estero, attraverso la piena deducibilità dei costi sostenuti per le attività di promozione e commercializzazione di prodotti italiani all’estero; innalzare il tetto massimo per la defiscalizzazione delle operazioni risultanti da attività di merger & acquisition in Italia e all’estero; con riferimento alla ricostituzione dell’Ice, incrementare la quota del Piano Promozionale 2012 destinata al settore alimentare, portandola dal 7% al 12%-15%; in materia di autotrasporto, il varo di una nuova normativa di indirizzo tariffario, flessibile e di reciproca soddisfazione, sia da parte vettoriale che della committenza; rafforzare lo schema di riciclo e recupero degli imballaggi, senza introdurre le paventate ipotesi dell’istituzione di un deposito cauzionale, che deprimerebbe i consumi alimentari; con riferimento all’applicazione del Regolamento Ue sui claims (le indicazioni in etichetta, ndr), un coordinamento con l’Antitrust al fine di non ingenerare incertezza applicativa nelle imprese alimentari.


Focus - Federalimentare: numeri & trend dell’industria alimentare

Fatturato in rialzo, ma produzione in calo per l’industria alimentare italiana: nel 2011, secondo le elaborazioni di Federalimentare su dati Istat, il fatturato raggiunge i 127 miliardi di euro, registrando una crescita del 2,4% sul 2010. In flessione, invece, la produzione che segna un calo dell’1,7%, così come il numero di imprese industriali che scende a 6.300 (per le aziende con oltre 9 addetti) rispetto ai 6.450 del 2010. In leggero calo anche il numero di addetti che passa da 410.000 nel 2010 a 408.000 nel 2011. In crescita la bilancia commerciale.

Il consuntivo 2011 registra una quota export di 23.032,7 milioni di euro, con un incremento del +10% sul 2010, risultando quasi allineato con gli andamenti tendenziali dei mesi immediatamente precedenti e confermando un leggero indebolimento sul consuntivo del primo semestre (+11%). La dinamica dell’export alimentare nell’area Unione Europea, si conferma ancora una volta più contenuta (+8,5%) di quella complessiva, a seguito della diversificazione degli sbocchi perseguita dagli operatori. Questa differenziazione appare in progressivo ampliamento nell’ultima parte dell’anno.

Il dettaglio dei prodotti esportati nel 2011 conferma la preminenza del settore del vino che continua ad essere ampiamente apprezzato all’estero e incide per oltre il 20% sul totale dell’export alimentare nazionale. Seguono, con una quota pressochè equivalente leggermente superiore al 12%, il settore dolciario e quello conserviero degli ortaggi e della frutta lavorata. Ottime performance anche per il lattiero-caseario che supera il 9%, la pasta con l’8,6% e l’olio con il 7,5% sul totale dei prodotti alimentari esportati. In crescita anche le importazioni che segnano un progresso dell’11% a 18,6 miliardi. I consumi alimentari segnano, invece, una flessione del 2% a 208 miliardi di euro. Positive le previsioni per l’anno in corso.

Il fatturato, infatti, viene stimato, alla fine del 2012, in rialzo del 2,3% a 130 miliardi di euro, mentre le esportazioni si prevedono in crescita dell’8,7% a 25 miliardi di euro e le importazioni dell’8,1% a 20 miliardi di euro. In calo le stime per la produzione, che viene prevista in flessione dell’1,2%, così come il numero di imprese che dovrebbe scendere a 6.250. Stabile il numero di addetti a 408.000.

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