Il lento ritorno alla normalità del mercato cinese, visto dal punto di vista (interessatissimo) del mondo del vino, passa anche per i segnali che riusciamo a cogliere. Ad esempio, la crescita delle importazioni nel mese di maggio, che secondo i dati del China Association for Imports & Exports of Wine & Spirits (analizzati qui, da WineNews), ha visto una un rimbalzo importante, pari al +12,2%, a 141,8 milioni di dollari per un corrispettivo, a volume, di 38 milioni di litri di vino, con l’Italia a quota 59,4 milioni di dollari. È stato il primo mese chiuso in territorio positivo, ma in attesa del dato di giugno è facile aspettarsi un ulteriore rallentamento a luglio: negli ultimi giorni sono tornate ad inasprirsi le politiche zero contagi, con più di 40 città, e oltre 400 milioni di persone, tornate in lockdown.
L’economia torna a soffrire, così come i consumi, anche quelli di vino. E allora, l’orizzonte del ritorno alla normalità va necessariamente spostato un po’ più avanti. Al 2024, quantomeno, ma non è ancora dato sapere se nella prima o nella seconda metà. È la convinzione, tra gli altri, di Clément Piquet, giovane imprenditore francese che in Cina, nel 2015, ha aperto una società di import di vino, Nemeton, punto di riferimento per tanta ristorazione stellata del Paese, specie a Shanghai. “La percezione del vino, tra i consumatori, non è cambiata”, racconta al magazine francese “Vitisphere”. Quello che è cambiato “è la visione monetaria, perché in questa incertezza calano sia i consumi che gli investimenti, nessuno vuole assumersi dei rischi. È una paura congiunturale, sono convinto che tra un anno e mezzo o due anni al massimo tornerà tutto alla normalità”.
Munendoci di tanta pazienza, e aspettando che la Cina esca dall’impasse di una gestione sin troppo rigida della pandemia, un segnale di ritorno alla tanto sospirata normalità arriva da un altro fronte, quello dell’educazione al vino. Il Wine & Spirit Education Trust, ossia la scuola di formazione dedicata al vino più importante al mondo, fondata nel 1969 in Gran Bretagna ed oggi presente in 70 Paesi, dove ogni anno forma 100.000 wine lover, torna ad operare nella Cina continentale, da cui era stato bandito a febbraio 2021. Risolte le grane amministrative e politiche che portarono, dopo 15 anni di crescita continua, all’improvvisa cancellazione dei corsi, il Wset può così tornare ad operare (come organizzazione non governativa all’estero) in quello che, un anno e mezzo fa, era diventato il suo terzo mercato dietro solo a Uk ed Usa, con oltre 18.000 studenti nel 2019.
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