Immaginate se in Italia, di colpo, in un giorno di festa, tutti i baristi del Belpaese decidessero di scioperare. Niente caffè, cappuccini e così via, con gli italiani privati, per un giorno, di uno dei riti di massa in assoluto più diffusi.
Ebbene, qualcosa di simile potrebbe accadere al di là dell’Oceano Atlantico, nei fast-food, simbolo globale del cibo americano. Per il “Labor Day”, la festa dei lavoratori che cade il primo lunedì di settembre, sono previste partenze da record, ai livelli pre-crisi. E proprio a ridosso della festa del lavoro, i dipendenti di fast-food e di negozi di vendite al dettaglio degli Stati Uniti, scendono in piazza per chiedere un aumento del salario minimo. L’appuntamento é per il 29 agosto, quando i lavoratori incroceranno le braccia, portando così a livello nazionale una protesta per l'aumento dello stipendio finora condotta solo a livello delle singole città.
L’industria dei fast food vale 200 miliardi di dollari l’anno e quella delle vendite al dettaglio 4.700 miliardi di dollari l’anno. Nonostante questo, lamentano i dipendenti, il salario retribuito é quello minimo, in media 8,94 dollari l’ora. La richiesta é per un aumento a 15 dollari l’ora.
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