Oggi è il giorno del “click day”. Un toccasana per il mondo agricolo, alla costante ricerca della manodopera, ma che “malgrado l’aumento, rispetto allo scorso anno, delle quote del Decreto flussi, nelle aziende agricole mancheranno ancora lavoratori sufficienti per le operazioni tardo primaverili ed estive” riporta Confagricoltura che aveva richiesto da tempo una revisione del decreto. Confagricoltura che ha sottolineato come “la quota dei 44.000, metà della quale riservata alle associazioni datoriali agricole, non è sufficiente e rischia di compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi. Anche gli agriturismi denunciano la forte mancanza di personale che li costringerà a ridurre il numero di coperti per Pasqua”. Il presidente Massimiliano Giansanti ha detto che “abbiamo apprezzato la possibilità di programmare, in una prospettiva triennale, le necessità di manodopera stagionale aumentando le quote d’ingresso legali per i lavoratori stranieri, ma occorre almeno il triplo di manodopera disponibile e adeguatamente qualificata”.
Il numero delle domande sarà maggiore all’offerta, conferma la principale organizzazione datoriale, precisando che il comparto ortofrutticolo, da solo, assorbe il 30% degli stagionali. Confagricoltura mette in evidenza il grande sforzo organizzativo delle proprie strutture territoriali che, oltre a precaricare sul portale del Ministero dell'Interno le numerose istanze per conto delle aziende agricole associate, hanno effettuato anche tutti i controlli preventivi, come richiesto dalle nuove norme di semplificazione, normalmente espletati dagli ispettorati territoriali del lavoro. Un terzo della manodopera in agricoltura è di nazionalità straniera, con una crescita elevata di quella extracomunitaria che rappresenta il 70%. Tra i Paesi di provenienza, rimarca Confagricoltura, predomina l’Africa, in particolare Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali. Rilevante anche la quota di manodopera non comunitaria proveniente dell’Est Europa, in particolare Albania e Macedonia, e dall’Asia (India e Pakistan).
Click day in overbooking, però, con le domande di ingresso per lavoratori extracomunitari che hanno di gran lunga superato le disponibilità a conferma della mancanza di manodopera che interessa diversi settori dell’economia. A dirlo è Coldiretti in riferimento alle domande presentate a partire da oggi, 27 marzo, in base al Dpcm di programmazione transitoria dei flussi che stabilisce 82.705 ingressi, in aumento rispetto ai 69.700 dell’anno precedente. Un provvedimento che fissa a 44.000 unità (contro le 42.000 dello scorso anno) le quote per lavoro stagionale attese principalmente nelle campagne, oltre che nel settore turistico alberghiero. Anche se non esiste una suddivisione a livello territoriale, le regioni dove si concentrano le richieste di ingresso, secondo la Coldiretti, sono quelle che richiedono un grande impegno di manodopera come il Trentino soprattutto per la raccolta delle mele o il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragole che è ormai alle porte anche per effetto del caldo inverno ma anche il Friuli Venezia Giulia per la preparazione delle piantine di vite per i nuovi impianti, le cosiddette barbatelle, il Lazio per gli ortaggi e la Campania per la coltivazione del tabacco ed il settore della pomodoro destinato alla trasformazione industriale.
“Nelle campagne con l’arrivo della primavera c’è bisogno di almeno 100.000 persone per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne lo scorso anno con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali” afferma il presidente Coldiretti, Ettore Prandini nel sottolineare che si tratta “di una necessità da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge, ma è importante anche il nuovo sistema di prestazioni occasionali introdotto nella Manovra dal Governo e sostenuto da Coldiretti che porta una rilevante semplificazione burocratica per facilitare l’avvicinamento dei cittadini italiani al settore agricolo”. Potranno accedervi, spiega Coldiretti, “pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno. Al lavoratore saranno inoltre garantite le stesse tutele (contrattuali, previdenziali, assistenziali, ecc.) previste per gli occupati a tempo determinato. In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere con 358.000 lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati nei campi e nelle stalle fornendo più del 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier Idos. I lavoratori stranieri occupati in agricoltura sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po’ tutte le nazionalità. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Ma cresce anche la presenza di stranieri alla guida delle imprese agricole con quasi 17.000 titolari di nazionalità diversa da quella italiana”.
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