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IDEE DI FUTURO

Climate change, si muovono i big del wine & beverage, da Torres a Moët Hennessy

Miguel Torres scrive ai produttori del mondo: “lavoriamo per la decarbonizzazione”. La divisione vino di Lvmh si allea con ChangeNOW
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La ricerca tra i filari di Jean Leon, una delle cantine di Torres, in Spagna

La tesi per la quale quelle della sostenibilità e della lotta o gestione del climate change siano le sfide più importanti (anche) per il settore del vino, è sostenuta dalle cantine del mondo in maniera pressoché plebiscitaria. E se ogni realtà si prodiga in maniera diversa in questi campi, ci sono nomi e realtà leader che per dimensione, storia e portata, quando si muovono, sanno fare più rumore di altri. Come Familia Torres, brand spagnolo tra i più celebri e importanti al mondo, che vede Miguel Torres schierato in prima line nella lotta al climate change. Nella recente “Conferenza sull’Ambiente” n. 11, organizzata nei giorni scorsi da Familia Torres e Università di Barcellona, Miguel Torres ha affermato come “nonostante tutti gli allarmi e la chiara emergenza che stiamo vivendo, tutto rimane uguale, non ci sono cambiamenti, non c’è la volontà di cambiare radicalmente la situazione. Anche se sempre più aziende si impegnano a favore dell’ambiente, sei delle dieci più grandi aziende del mondo appartengono al settore petrolifero ed è molto difficile lottare contro questo. Secondo la rivista “Nature”, stiamo superando tutti i limiti di abitabilità della Terra, e se non facciamo nulla questo può portarci all’estinzione. È ora di ribellarsi”. E anche per questo, lo stesso Miguel Torres ha preso carta e penna, riporta il magazine Uk “Harpers”, ed ha scritto una lettera aperta per spronare sempre più cantine di tutto il mondo a muoversi in materia e di aderire alla International Wineries for Climate Action (Iwca), che si concentra su un approccio scientifico alla riduzione delle emissioni di carbonio nell’industria vinicola.
“Spesso mi viene chiesto quale sia la sfida più grande che il settore vinicolo deve affrontare, e la mia risposta è sempre senza alcun dubbio: il cambiamento climatico - ha scritto Torres, membro della famiglia di quarta generazione dell’azienda - si spera che ora, con l’estrema siccità e le ondate di calore in molte parti del mondo, più persone inizino a rendersi conto che qualcosa sta accadendo, o sta andando davvero male. È ormai chiaro che il cambiamento climatico, o meglio la crisi climatica, è una minaccia per l’umanità molto più grande del Covid e che, se non si prendono misure immediate - scrive Torres - il mondo in generale, ma soprattutto la viticoltura, andrà incontro a grandi problemi e cambiamenti. Pertanto, dobbiamo accelerare la decarbonizzazione della nostra economia mondiale ed è fondamentale che vengano intraprese maggiori azioni, in tutte le parti del mondo, a tutti i livelli, in tutti i settori e, naturalmente, anche nel settore vitivinicolo”. Secondo Torres “è fondamentale accelerare la decarbonizzazione e tutti insieme dovremmo fare uno sforzo in più per cercare di rispettare l’Accordo di Parigi del 2015: ridurre l’aumento delle temperature a un massimo compreso tra 1,5 e 2 gradi centigradi entro la fine del secolo. È fondamentale che vengano intraprese ulteriori azioni, in modo da poter mettere insieme un freno a questa follia che renderà la nostra Terra quasi inabitabile alla fine di questo secolo”.
Ma come detto, sono tanti i colossi del vino che si muovono sul fronte del climate change, anche con focus peculiari. Come quello del mantenimento e della rigenerazione del suolo. Tema di cui si discute nel “World Living Soils Forum”, un evento internazionale dedicato alla rigenerazione del suolo, voluto da Moët Hennessy, la divisione vini e liquori del Gruppo Lvmh, (che mette insieme marchi come Ao Yun, Ardbeg, Armand de Brignac, Belvedere, Bodega Numanthia, Chandon, Château d’Esclans, Château Galoupet, Château Minuty, Cheval des Andes, Clos19, Cloudy Bay, Dom Pérignon, Eminente, Glenmorangie, Hennessy, Krug, Mercier, Moët & Chandon, Newton, Ruinart, Terrazas de los Andes, Veuve Clicquot, Volcan de mi Tierra, Woodinville e non solo), la cui prima edizione è andata in scena nel 2022, e la seconda, nel 2023, in maggio, a Parigi. Ed in questo quadro, guardando al futuro, Moët Hennessy ha annunciato una collaborazione con ChangeNOW, un’impresa sociale che accelera la transizione ambientale e sociale favorendo la diffusione di azioni e soluzioni concrete che rispondano alle maggiori sfide del nostro secolo. “Il suolo è una risorsa che condividiamo, un elemento vitale per la nostra sopravvivenza. Svolge un ruolo chiave nella regolazione del clima, nella conservazione della biodiversità e nel sequestro del carbonio. È quindi essenziale che l’agricoltura vada di pari passo con la conservazione di queste funzioni ecologiche”, afferma Philippe Schaus, presidente e Ceo Moët Hennessy.
“Questa partnership rafforza la nostra ambizione di mettere in evidenza le iniziative e i progressi tecnologici più promettenti nel campo della rigenerazione del suolo. Unendo le forze, Moët Hennessy e ChangeNOW contribuiranno ad accelerare le soluzioni che hanno un impatto sulla salute del suolo”, aggiunge Sandrine Sommer, Chief Sustainability Officer di Moët Hennessy. “È necessaria una rivoluzione agricola se vogliamo affrontare le sfide climatiche ed ecologiche che abbiamo di fronte. L’agricoltura rigenerativa e la scienza dei suoli viventi sono alcuni degli strumenti più potenti a nostra disposizione per costruire un mondo sostenibile. Unirsi per trovare soluzioni e nuovi modelli è il nostro scopo comune”, conclude Santiago Lefebvre, fondatore e presidente di ChangeNOW.

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