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CLONAZIONE: FARMACI E SOSTANZE DA FATTORIA BIOTECH (ANSA)

Animali geneticamente modificati per diventare fabbriche di sostanze nutrienti potenziate o addirittura di farmaci sempre più sofisticati? Le tecniche per raggiungere questi obiettivi ( come dimostrano gli scienziati americani che hanno creato maialini ogm che producono carne ricca di sostanze protettive per il cuore) sono da anni patrimonio di molti ricercatori nel mondo, anche se non sempre queste ricerche sono prive di quesiti etici. L'ultimo test in questa direzione è stato annunciato oggi sulla rivista Nature Biotecnology da ricercatori dell'Università di Pittsburgh che hanno ottenuto e clonato topolini ogm ai quali è stato inserito nel loro Dna un gene che produce acidi grassi omega 3, sostanze che aiutano a proteggere il cuore.
Sempre con tecniche di biologia molecolare nel gennaio del 2003 sono nati in Nuova Zelanda nove vitelli ogm clonati in modo da produrre una volta divenuti adulti, latte con maggiore concentrazione di caseina. Un aiuto in questo caso più che alla salute alla produzione di alimenti come il formaggio. Nel 2002 da Taiwan arriva l'annuncio delle prime tre maialine clonate utilizzando cellule dell'orecchio di un maiale che hanno una caratteristica del tutto particolare: il loro latte contiene un fattore antiemofilia e un farmaco in grado di contenere la diarrea dei maialini. Ma ancora prima nel '99 ci sono due famose pecore che salgono alla ribalta, Polly e Molly, il cui latte promette di combattere l'emofilia.
E tra gli animali il cui patrimonio genetico (Dna) è stato modificato con geni umani ci sono la mucca Rosie, dal latte arricchito con un integratore dietetico, e Mr Jefferson, il toro transgenico destinato generare mucche dal latte simile a quello materno. Ci sono anche Cupid e Diana, gli agnelli portatori di una proteina umana che potrebbe rivelarsi utile nei trapianti. Il latte di pecore e mucche è considerato una fabbrica potenzialmente inesauribile di farmaci oggi rari o molto costosi.
Nel '97 Polly e Molly hanno prodotto latte con fattore IX della coagulazione, contro l'emofilia B. Nel 1994 sono arrivate le mucche dal latte con l'anticorpo umano immunoglobulina A, che potenzia le difese immunitarie contro le infezioni. Nel '96 e' stata la volta della mucca dal latte magro e nel '95 della capra con albumina umana nel latte. Le pecore sono le prime candidate per produrre su larga scala latte con la proteina alfa-1-antitripsina (Aat) e, con esso, una nuova arma contro la fibrosi cistica. Insomma la schiera degli animali transgenici e' andata crescendo ogni anno.
"Ciò che non si riesce a fare con efficienza con la produzione di farmaci biotech tramite la coltivazione di cellule in provetta - spiega il genetista Giuseppe Novelli dell'università di Roma Tor Vergata - si sta tentando di fare con gli animali, fabbriche viventi di proteine, ormoni, anticorpi umani". Queste sostanze si ottengono inserendo geni umani nel patrimonio genetico (Dna) dell'animale. Quest'ultimo viene poi clonato (di solito a partire da cellule di embrione, non adulte come nel caso della pecora Dolly) per ottenere organismi perfettamente identici.
Il primo animale transgenico è stato l''oncotopo', il topo che nel 1988 è stato trasformato in un laboratorio unico al mondo per studiare il cancro. E' stato anche il primo essere vivente brevettato. Da allora si sono ottenuti topi senza difese immunitarie, super-resistenti ai virus, o con il morbo di Alzheimer, la più diffusa forma di demenza senile. Nella 'fattoria biotecnologica' un posto particolare spetta ai maiali, modificati per rendere i loro organi compatibili con l'uomo in vista dei trapianti e in questo settore anche in Italia ci sono studi molto avanzati.
Fonte: Ansa - Francesco Marabotto

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