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CLONAZIONI: CON ETICHETTA CARNE NESSUN RISCHIO

Grazie all’obbligo di indicare in etichetta l’origine, i consumatori possono scegliere consapevolmente di acquistare carne di provenienza comunitaria senza correre il rischio di portare in tavola prodotti importati da paesi come gli Stati Uniti, dove un verdetto della Food and Drug Administration (Fda) ha dato l’autorizzazione alla libera circolazione degli alimenti frutto della clonazione che non dovranno essere distinti dagli altri con etichette particolari. Lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che le produzioni dell’Unione Europea non possono essere clonate a fini commerciali e che per evitare che arrivino nel piatto prodotti importati a rischio, occorre al più presto arrivare all’etichettatura di origine anche per le carni di maiale, pecora, agnello e derivati del latte, per i quali non è ancora obbligatoria. E’ necessario difendere e completare a livello europeo - sostiene la Coldiretti - la legislazione all’avanguardia italiana, con la legge 204/2004 frutto della mobilitazione della Coldiretti sostenuta da un milione di firme, che ha portato all'etichetta di origine anche per il latte fresco dal giugno 2005, per la carne di pollo dal 17 ottobre 2005 e per la passata di pomodoro dal 15 giugno 2006. Un percorso già iniziato a livello europeo - conclude la Coldiretti - dove sono state adottate le norme per l'etichettatura di origine della carne bovina a partire dal primo gennaio 2002 dopo l'emergenza mucca pazza, per l'indicazione della varietà, qualità e provenienza dell'ortofrutta fresca, il codice di identificazione delle uova a partire dal primo gennaio 2004 e il Paese di origine in cui è stato raccolto il miele dal primo agosto 2004.

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