Sfruttare, tra mille virgolette, la crisi per ripartire più forti, investendo in qualità così da ottenere un miglioramento strutturale capace di garantire il successo del settore nel mondo: ecco la ricetta per il turismo, in ginocchio a causa della pandemia e delle frontiere ancora chiuse tra l’Italia ed il resto del mondo, tratteggiata da Vittorio Colao, il manager designato dal Governo per guidare la task force della cosiddetta “Fase 2” per la ricostruzione economica del Paese dopo la pandemia di Covid-19, con un brillante passato in Vodafone, di cui è stato ad dal 2008 al 2018, e Morgan Stanley.
Il modello per far ripartire un settore fondamentale anche per la ristorazione e l’alberghiero è quello del vino, come ricorda Colao a la Repubblica. “Mi viene in mente la crisi del metanolo, che colpì il mondo del vino negli anni Ottanta. Si può pensare di usare i costi di questa crisi per investimenti nel turismo che ne alzino in modo significativo la qualità, come fece proprio l’industria del vino all’epoca, ottenendo un miglioramento strutturale che poi ne ha garantito il successo nel mondo. Ma sul turismo, per esempio, bisogna muoversi anche in coordinamento con l’Europa: è inutile essere pronti a riaprire se poi non ci sono i flussi dall’estero”.
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