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COLDIRETTI CONTA I DANNI DELL’ULTIMA ONDATA DI MALTEMPO: “OLTRE 1 MILIARDO PER EVENTI ESTREMI CHE HANNO MESSO IN CRISI LA STABILITA’ IDROGEOLOGICA DEL PAESE E CON 5 MILIONI DI ITALIANI CHE SI TROVANO OGGI A VIVERE IN ZONE A RISCHIO FRANE E ALLUVIONI”

La Coldiretti conta i danni dell’ultima ondata di maltempo: oltre 1 miliardo per eventi estremi che hanno messo in crisi la stabilità idrogeologica del Paese e con 5 milioni di italiani che si trovano, oggi, a vivere in zone a rischio frane e alluvioni: “siamo di fronte - sottolinea la Coldiretti - ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest’anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Nell’82% dei comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni ma la percentuale varia dal 78% della Puglia al 98% del Lazio fino al 78% della Puglia. La dimensione del rischio è in realtà ovunque preoccupante, con una superficie delle aree ad alta criticità geologica che si estende per 29.517 km² pari al 9,8% del territorio nazionale con il risultato che, in Italia, quindi, oltre 5 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni”.

“A questa situazione - denuncia la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi 20 anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento”. Pare, infatti, un bollettino di guerra il resoconto di quanto è accaduto con piogge incessanti e forti raffiche di vento, nelle province di Lecce e Taranto, tanto da indurre la Coldiretti ad attivare una unità di crisi anche per soccorrere gli imprenditori rimasti isolati nelle aziende a causa delle frane sulle strade. Non solo danni alle produzioni, ma anche alle strutture con smottamenti, muretti a secco distrutti, fabbricati rurali allagati, collegamenti interrotti rendono drammatica una situazione ormai di difficile gestione.

“Non ci sono parole - continua la Coldiretti - per descrivere i danni causati all’agricoltura in Basilicata nel Metapontino con una “bomba d’acqua” che si è abbattuta dalla collina materana prospiciente alla costa fino alle spiagge”. “ Danni incalcolabili, sia ai centri abitati che alle aziende agricole. Colpite colture come ortaggi e fragole, appena trapiantate, con i relativi impianti, ma anche campi di uva da tavola ancora da raccogliere e agrumeti, allagati e in molti casi imbrattati dalla melma fino ai frutti ma nel fango – precisa la Coldiretti - sono finiti anche lattuga, cavolo, finocchio in molti campi dove imprenditori agricoli li avevano già messi a dimora”.

“In questo contesto - conclude la Coldiretti - è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell’ambiente e del territorio per frenare l’abbandono e la cementificazione”.

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