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Coldiretti: i casari hanno acceso una caldaia a Montecitorio per mostrare come si produce il vero formaggio made in Italy, sfidando Bruxelles ed il via libera al formaggio senza latte. I cartelli? “Oggi mandano in polvere il latte, domani il Paese”

Sono già migliaia gli allevatori, i casari e cittadini che sono giunti dalle diverse Regioni a Roma per manifestare in piazza Montecitorio a difesa del made in Italy e impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte, imposto dall’Unione Europea, che “danneggia e inganna i consumatori, mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale”. Così la Coldiretti, che racconta come davanti a Montecitorio i maestri casari hanno acceso una caldaia per mostrare a cittadini e parlamentari come si produce il vero formaggio made in Italy, sfidando l’imposizione di Bruxelles. Intorno a loro amministratori, cittadini e allevatori con striscioni sui quali si legge “Oggi mandano in polvere il latte, domani il Paese”, “No a formaggi e yogurt senza latte, difendiamo il made in Italy” e “Mamme, attente alle schifezze”. E per ricordare qual è la posta in gioco, la Coldiretti ha allestito per l’occasione una maxi esposizione delle eccellenze lattiero-casearie italiane, con i prodotti più noti, e curiosi, come il Bastardo del Grappa o il formaggio Imbriago, provenienti da tutte le Regioni d’Italia, ma ci sono anche sacchi interi di polvere di latte che rischiano di contaminare queste specialità.

Sotto accusa l’asse franco-tedesco che condiziona le politiche europee come si legge su un cartello “Frau Merkel - No all’anschluss del made in Italy”. Non è un caso che i principali produttori ed esportatori europei di latte in polvere siano Germania e Francia, dicono gli allevatori della Coldiretti. Ma i cartelli denunciano anche “Dai regolamenti comunitari alibi per industriali nemici del made in Italy” e “Gli industriali che vogliono fare il formaggio senza latte sono gli stessi che sottopagano il latte italiano”, per ricordare che la lettera di diffida inviata all’Italia dalla Commissione Ue è stata purtroppo sollecitata dall’associazione italiana delle Industrie lattiero casearie, non a caso accusata in un altro striscione di “alto tradimento”.

Gli allevatori della Coldiretti hanno anche portato in piazza i principali trucchi che mettono a rischio il loro lavoro e la qualità dei prodotti acquistati dai consumatori, dalla stessa polvere di latte, che l’Italia ha vietato oltre quarant’anni fa e che Ue e industriali vorrebbero riportare sulle nostre tavole, alle cagliate, importate per fare finte mozzarelle made in Italy, fino alle caseine e agli altri semilavorati industriali provenienti dall’estero che entrano in Italia per preparare formaggi poi rivenduti come tricolori.

Focus - I numeri di Coldiretti: da un chilo di polvere di latte a 2 euro si ottengono ...

10 litri di latte

15 mozzarelle da 125 grammi

64 vasetti di yogurt da 125 grammi

Fonte: Elaborazioni Coldiretti

Focus - Coldiretti: dall’ok dell’Ue alla polvere di latte, “un prodotto “morto”, privo di proprietà organolettiche, che può arrivare da qualsiasi parte del mondo”, addio a 487 formaggi tipici italiani

Il via libera alla polvere di latte farà sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione della mobilitazione per impedire il via libera dell’Ue in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte. Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro, sottolinea la Coldiretti, è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori.

Il pressing esercitato dalla Commissione Europea sull’Italia ha già stimolato, per la Coldiretti, gli interessi degli speculatori con le importazioni di latte e crema in polvere che sono aumentate del 16% nel primo trimestre 2015 sul 2014. E non è certo casuale che i 2/3 delle importazioni provengano da Francia e Germania, l’asse che detta la linea politica dell’Ue. Per Coldiretti è in corso un pericoloso braccio di ferro che potrebbe portare alla chiusura delle stalle, alla perdita di posti di lavoro, all’omologazione e all’appiattimento qualitativo della produzione nazionale dopo la lettera di diffida inviata all’Italia dalla Commissione Ue, che è stata purtroppo sollecitata dall’associazione italiana delle Industrie lattiero casearie (Assolatte). Si vuole porre fine, precisa la Coldiretti, al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, previsto dalla legge nazionale n. 138 dell’11 aprile del 1974, che ha garantito per oltre 40 anni l’alta qualità della produzione casearia nazionale. Il superamento di questa norma provocherebbe l’abbassamento della qualità, l’omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintività che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini made in Italy.

La polvere di latte, spiega la Coldiretti, è un prodotto “morto”, privo di proprietà organolettiche, che può arrivare da qualsiasi parte del mondo dove i maggiori produttori sono Nuova Zelanda e Stati Uniti, mentre in Europa i leader sono Francia e Germania. La disidratazione consente di concentrare i costituenti del latte rendendoli conservabili a temperatura ambiente per oltre un anno e la tecnologia di produzione prevede che il latte, dopo essere stato corretto del suo contenuto di grassi, venga trattato termicamente con una perdita di valore biologico delle proteine del latte che può essere anche rilevante.

L’Italia grazie alla tutela della legge nazionale ha conquistato un primato internazionale nella qualità e nella varietà della produzione di formaggi con ben 487 diversi tipi censiti a livello territoriale che “lo scellerato comportamento delle lobby industriali rischia ora di far crollare” afferma il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo.

Focus - Coldiretti: i formaggi tradizionali a rischio nelle diverse Regioni ...

Regione - Specialità

Lombardia: 63

Piemonte: 51

Campania: 45

Lazio: 40

Toscana : 35

Veneto: 33

Sicilia: 26

Calabria: 24

Sardegna: 17

Puglia: 17

Liguria: 17

Friuli: 15

Trentino: 15

Abruzzo: 14

Bolzano: 14

Basilicata: 13

Emilia-Romagna: 12

Molise: 12

Marche: 11

Val d’Aosta: 9

Umbria: 4

Totale: 487

Fonte: Elaborazione Coldiretti

Focus - L’allarme di Coldiretti: con polvere di latte a rischio l’export di formaggi italiani, a +9% nel primo trimestre 2015, e un settore che vale 28 miliardi di euro

Le esportazioni di formaggi e latticini italiani all’estero sono aumentate del 9% per effetto della reputazione di alta qualità conquistata a livello internazionale che viene messa a rischio dalla liberalizzazione dell’uso di latte in polvere imposta dall’Ue sotto il pressing delle lobby. Così la Coldiretti, sui dati del primo trimestre 2015. A rischio c’è un settore che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano con un valore di 28 miliardi di euro con quasi 180.000 gli occupati nell’intera filiera, ma che svolge anche un ruolo insostituibile di presidio del territorio. In Italia sono sopravvissute appena 35.000 stalle che hanno prodotto nel 2014 circa 110 milioni di quintali di latte, mentre sono circa 86 milioni di quintali le importazioni di latte equivalente.

Il via libera alla polvere di latte significherebbe aumentare la dipendenza dall’estero con la chiusura delle stalle, la perdita di posti di lavoro e l’abbandono delle montagne. Per ogni 100.000 quintali di latte in polvere importato in più scompaiono 17.000 mucche e 1.200 occupati solo in agricoltura, secondo Coldiretti. Ma c’è anche un costo ambientale, perchè il processo di trasformazione del latte in polvere in quello fresco comporta, per la re-idratazione, un elevato consumo di acqua.

“Quelli che chiedono all’Unione Europea di produrre il “formaggio con la polvere” sono gli stessi che sottopagano il latte agli allevatori italiani con prezzi che non coprono neanche i costi dell’alimentazione del bestiame - dice il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - una manovra che fa comodo a chi vuol continuare ad importare prodotti dall’estero da spacciare come made in Italy per la mancanza di un adeguato sistema di etichettatura sull’origine dei prodotti lattiero caseari”.

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