L’immigrazione legale è una risorsa per l’agricoltura made in Italy dove gli ingressi devono dare una risposta adeguata ai bisogni delle imprese e alle aspettative dei lavoratori, per conciliare il rigore nei confronti della clandestinità con i cambiamenti di una moderna economia post-industriale. Lo afferma il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni che, nel commentare le dichiarazioni del Ministro delle Politiche sociali Paolo Ferrero sull’importanza dell’immigrazione legale, sottolinea la necessità di superare il regime delle quote per i lavoratori provenienti dai dieci paesi di allargamento dell’Unione.
Occorre - prosegue il Presidente della Coldiretti - combattere l'illegalità e cogliere le opportunità di occupazione che l'agricoltura può offrire dando la possibilità alle imprese, con la semplificazione degli adempimenti burocratici, di continuare nel percorso di trasparenza dei rapporti di lavoro intrapreso negli ultimi anni nel settore, dove la domanda di lavoro segue i cicli stagionali delle produzioni.
Negli ultimi anni - precisa la Coldiretti - la presenza di lavoratori immigrati nei campi è cresciuta con tassi di incremento annui a due cifre ed oggi rappresentano quasi il 15 per cento degli occupati.
Sulla base dell'ultima indagine Inea - continua la Coldiretti - i lavoratori stranieri occupati in agricoltura sono circa 117.000 concentrati per circa la metà nelle Regioni del Nord (48%), ma presenti anche nel sud e isole (37%) e nel centro Italia (15%).
Una realtà - continua la Coldiretti - che è divenuta una componente strutturale di molti "distretti agricoli" come nel caso della raccolta delle fragole nel veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana e dell'allevamento in Lombardia.
In particolare gli immigrati impegnati nei campi si occupano - sostiene la Coldiretti - della raccolta della frutta e della vendemmia (42,4%), della preparazione e raccolta di pomodoro, ortaggi e tabacco (32,1%), ma anche nell'attività di allevamento (12,8%).
Ma - conclude la Coldiretti - cresce la presenza dei lavoratori extracomunitari anche in attività innovative con circa 2000 persone impiegate nell'agriturismo (per lo più donne con un rapporto stagionale e dedite alla cura degli ambienti e alla ristorazione) e 7500 occupati nella trasformazione e vendita diretta dei prodotti agricoli.
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