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COLDIRETTI: NEI CONSUMI 1 EURO SU 4 SI SPENDE PER LA TAVOLA. DA STUDIO NOMISMA SULLA “FILIERA AGROALIMENTARE”

Quasi 1 euro su 4 si spende per la tavola con gli acquisti di alimentari e bevande che ammontano complessivamente a 215 miliardi di euro all’anno, dei quali 144 a casa e 71 per mangiare fuori. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento alla divulgazione dei dati Istat sul reddito e risparmio delle famiglie, nella tavola rotonda sullo studio Nomisma sulla “Filiera Agroalimentare”, promossa da Ancd Conad e Federalimentare.

I prezzi degli alimenti aumentano dal campo alla tavola in media di 5 volte ed è, quindi, necessario intervenire per interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica”, ha continuato Sergio Marini, nel ricordare che “il progetto della Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana punta a tagliare le intermediazioni e le distorsioni nel passaggio dal campo alla tavola”.

Le cause della moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola sono da imputare, per 6 italiani su 10, a tutti i passaggi intermedi, ma una percentuale elevata di consumatori accusa anche i ricarichi eccessivi applicati dalla distribuzione commerciale e le speculazioni, secondo una indagine Coldiretti/Swg svolta nell’ottobre 2009.

Secondo l’indagine, per il 47% degli italiani, la soluzione migliore da adottare per contenere questa moltiplicazione è quella di incentivare gli acquisti diretti dal produttore agricolo o nei farmers market; il 38% ritiene che occorra promuovere la presenza di prodotti locali e di stagione sugli scaffali di negozi e supermercati.

“Il nostro progetto punta ad offrire prodotti alimentari al 100% italiani firmati dagli agricoltori e al giusto prezzo”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel precisare che “questi prodotti saranno offerti tramite la più estesa rete commerciale nazionale che coinvolge i mercati di campagna amica, i punti di vendita delle cooperative, i consorzi agrari, gli agriturismi e le aziende agricole, ma interesserà anche la rete della ristorazione a chilometri zero e la distribuzione che intenderà partecipare”.

“Lo studio Nomisma evidenzia giustamente le inefficienze presenti lungo la filiera in termini di maggiori costi energetici, del lavoro o amministrativi nei confronti dei concorrenti stranieri”, ha affermato il presidente della Coldiretti nel sottolineare però che “a differenza di quanto accade per gli altri settori all’interno della filiera, i prezzi di vendita dei prodotti agricoli sono decisi a livello internazionale, mentre i costi sono quelli nazionali”.

E che problemi esistano nelle fasi successive della filiera lo dimostra il fatto che - conclude la Coldiretti - i consumatori italiani non beneficiano della forte riduzione dei prezzi agricoli che rischia invece di provocare l’abbandono delle campagne, con il crollo delle quotazioni alla produzione che nell’ultimo anno, secondo i dati Ismea di settembre, sono calate del 26% per i cereali, del 22% per la frutta, del 18% per il vino, del 13% per gli ortaggi (-13%) e del 12% per la carne suina.

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