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COLDIRETTI: PIU’ PRODOTTI LOCALI SUGLI SCAFFALI DISTRIBUZIONE

Dare più spazio sugli scaffali della grande distribuzione ai prodotti locali e di stagione non solo consente di risparmiare, ma anche di contenere i costi energetici e dei carburanti legati ai prodotti importati da lunghe distanze. Lo afferma la Col diretti nel sottolineare che i prezzi hanno raggiunto livelli record se gli alimenti devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole come le ciliegie dal Cile che devono volare 13.000 chilometri con un consumo di 5,8 kg di petrolio e che hanno raggiunto i 28 euro al chilo o l’uva dal Sudafrica che costa 12 euro al chilo e che viaggia per 8mila chilometri bruciando 4,35 kg di petrolio.

Secondo una stima della Coldiretti, consumando prodotti locali e di stagione, e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può risparmiare fino a al 20 per cento nella spesa ed evitare la liberazione nell’ambiente di 1000 chili di anidride carbonica (Co2) l’anno. Privilegiando l’acquisto di prodotti locali e di stagione ai minori costi economici si aggiunge infatti anche la possibilità di ridurre la produzione di rifiuti con gli imballaggi, di contenere il consumo di energia e di limitare la dispersione nell’atmosfera gas ad effetto serra responsabili dei drammatici cambiamenti climatici.

C’è un numero crescente di consumatori su scala mondiale che - sottolinea la Coldiretti - vuole acquistare prodotti freschi, naturali, del territorio, che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti e subire i lunghi tempi di trasporto prima di giungere sulle tavole. Per raggiungere questo obiettivo l’Italia dispone peraltro di un importante riferimento normativo rappresentato dalla Legge 231 dell’11 novembre 2005 che contiene una norma fortemente sostenuta dalla Coldiretti per favorire la presenza di prodotti agricoli regionali nella moderna distribuzione, attraverso accordi di filiera.

La disposizione - continua la Coldiretti - stabilisce che nelle grandi strutture di vendita e nei centri commerciali siano posti in vendita prodotti provenienti dalle aziende agricole ubicate nel territorio delle regioni interessate in una congrua percentuale, da definire sulla base di intese di filiera, rispetto alla produzione agricola annualmente acquistata. Una opportunità rimasta inapplicata mentre in Europa esistono diversi esempi di valorizzazione delle produzioni del territorio. E’ il caso di una grande catena di distribuzione inglese che applica un aeroplanino sulle confezione della frutta e verdura importate da altri continenti o quella di altri gruppi di ospitare all’interno dei locali un vero mercato per la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli. La volontà di favorire il rapporto diretto tra imprese agricoli e consumatori e di valorizzare nella distribuzione commerciale la produzione locale è coerente con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico generale del “made in Italy”, ma anche di assicurare una crescita sostenibile dal punto di vista ambientale per le ricadute che tali cibi hanno sul territorio.

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