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COLTIVARE L’ORTO IN CASA, UNA TENDENZA CHE NON SI FERMA. SEMPRE DI PIÙ GLI APPASSIONATI, IN ITALIA, CHE SPENDONO IL TEMPO LIBERO COLTIVANDO ORTAGGI. MASCHIO, DI BUONA ISTRUZIONE E MEZZA ETÀ: QUESTO, PER NOMISMA, L’IDENTIKIT DELL’AGRICOLTORE PER HOBBY

Se qualcuno si chiedesse che colore ha la tendenza, non c’è dubbio: verde. Almeno a giudicare dal ritmo con cui cresce la comunità degli “hobby farmer”, gli agricoltori “per diletto”, che contano già, in Italia, 1 milione di “aficionados”. Tanto che, il 18 marzo, è di scena a Montichiari (Brescia) la prima “Fiera dell’hobby farming”, che offre agli “agricoltori della domenica” gli strumenti per affrontare al meglio il loro hobby, con soluzioni tecniche e corsi tenuti da esperti del settore. La fiducia nell’alimentazione sana cresce e, con lei, la passione per l’“orto fai-da-te”, come insegna Michelle Obama. Ma qual’è l’identikit dell’appassionato dell’orto in casa? Secondo Nomisma, è maschio, di mezza età (56 anni), spesso pensionato (48%), più raramente impiegato (12%), operaio (9%) o dirigente (2%), con un buon livello di istruzione (il 46% è diplomato, il 21% è laureato) e si avvicina all’hobby farming non per esigenze economiche, ma culturali. La grande maggioranza (88%) coltiva l’orto in senso stretto, ma nel 65% dei casi all’orto si “affianca” un frutteto, un vigneto o un oliveto.
L’importanza di questa attività non si limita all’aspetto individuale, per occupare in modo sano il tempo libero di alcune persone, ma investe l’aspetto sociale, perché consente di compensare parzialmente l’abbandono dei terreni agricoli tradizionali. In un periodo in cui continua senza sosta l’esodo degli agricoltori dalle campagne, infatti, sono sempre di più quelli che in campagna ci tornano per passare il proprio tempo libero e per prendersi cura della propria salute. Sempre secondo Nomisma, i terreni destinati all’hobby farming, in Italia, sono arrivati a occupare una superficie di 1.800.000 ettari: una cifra considerevole, soprattutto se confrontata con il totale della superficie agricola utilizzata, di 12 milioni di ettari. Dal 1990 al 2000, secondo i dati Istat, risulta un perdita di 2 milioni di ettari coltivati e di 430.000 aziende agricole. Incrociando questi dati con le rilevazioni da satellite, che registrano un calo reale delle superfici agricole di soli 143.000 ettari, Nomisma ritiene che i terreni coltivati non più censiti dall’Istat non siano scomparsi, ma siano passati all’hobby farming.

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