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COLTIVARE NEL DESERTO? ADESSO SI PUÒ, GRAZIE AD UN MATERIALE PLASTICO A BASSA PERMEABILITA’, PENSATO DAL RICERCATORE GIAPPONESE YUICHI MORI, CHE UTILIZZA UN DECIMO DI ACQUA E SOLO UNA PICCOLA QUANTITA’ DI CONCIME RISPETTO ALL’AGRICOLTURA TRADIZIONALE

Coltivare nel deserto? Adesso è possibile, grazie ad un’idea del ricercatore giapponese Yuichi Mori della Waseda University, in Giappone, che ha utilizzato a scopi agricoli un materiale plastico a base di idrogel, noto come Saran. Si tratta di un materiale a bassa permeabilità al vapore acqueo, grazie al quale le piante possono essere coltivate ovunque, sempre che si tratti di una serra allestita con un terreno “contaminato” con lo speciale materiale. Secondo le prove effettuate questa tecnica, come scrive il blog “Ecoligiscmos”, utilizza un decimo di acqua e solo una piccola quantità di concime per la crescita degli alimenti rispetto all’agricoltura convenzionale. Le piante, inoltre, restano prive di agenti patogeni, pesticidi e inquinanti come il petrolio o metalli pesanti, perché la membrana, oltre alla bassa permeabilità, permette di filtrare questi composti. I primi test nelle serre del deserto sono stati un successo: pomodori ed altre piante crescono attraverso la membrana di plastica direttamente sulla sabbia, attraverso un sistema di tubazioni di approvvigionamento idrico di irrigazione goccia a goccia e sostanze nutritive. Secondo il suo inventore, Yuichi Mori, questa tecnica innovativa può essere declinata su qualsiasi superficie, compreso il terreno contaminato dallo tsunami del 2011 in Giappone: le uniche cose di cui ha bisogno sono spazio e sole.

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