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Competitività, sostenibilità, Politica Agricola Comunitaria, reddito degli agricoltori, riforma dell’ortofrutta, regolamento del biologico, “pacchetto-latte”: tutta l’agricoltura in programma nel semestre di presidenza Ue dell’Italia (e oltre)

Con il discorso del Presidente del Consiglio Matteo Renzi a Strasburgo si aprirà oggi, di fatto, il semestre dell’Italia alla presidenza dell’Unione Europea. Che darò il via ad un programma di 18 mesi, in cui al Belpaese succederanno in ordine Lettonia e Lussemburgo, e che vede protagonista anche l’agricoltura. Che, vale la pena ricordarlo, con la Politica Agricola Comunitaria, vale oltre il 40% del bilancio Ue. E, in attesa di conoscere le nomine dei Commissari, previste per il 16-17 luglio, con l’Italia che, dopo il lavoro apprezzato da più parti di Paolo De Castro alla presidenza della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, e in vista dell’Expo 2015 che ha come tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, avanza più di qualche ambizione per la poltrona dell’Agricoltura, sono già tanti i temi da affrontare per il settore.
Si va, come spiega il programma pubblicato sul sito http://italia2014.eu/it/, dallo sviluppo sostenibile alla competitività della produzione agricola e alimentare nell’Unione (con un’attenzione particolare alla stabilizzazione del reddito degli agricoltori) dalla sicurezza alimentare ai trattati internazionali, dalla revisione dei regimi di aiuti per la fornitura di prodotti ortofrutticoli, banane e latte alle scuole, alla riforma del settore dell’ortofrutta. E ancora, ci sarà la valutazione sui primi effetti sul settore lattiero-caseario del “pacchetto-latte”, il riesame sul regolamento della produzione biologica, ma anche un esame profondo di tutto quello che riguarda la zootecnia, dalla salute degli animali alla sicurezza degli alimenti per la salute dei consumatori.
Insomma, tanti i dossier aperti che toccherà all’Italia, con il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina in prima linea, iniziare ad affrontare. Un grande onere, ma anche una grande opportunità, visto il peso che il Belpaese, per esempio, ha sulle esportazioni agroalimentari dell’Unione fuori dai propri confini: 11,5 miliardi di euro, sui 120 del totale Ue, secondo gli ultimi dati della Commissione Agricoltura.

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