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“CON L’AUMENTO DELL’IVA IL RILANCIO DEI CONSUMI ALIMENTARI PUO’ VENIRE ULTERIORMENTE COMPROMESSO”: LO DICE IL PRESIDENTE DI FEDERALIMENTARE FILIPPO FERRUA SULLA MISURA DELLA MANOVRA FINANZIARIA CHE AUMENTA DELL’IVA DAL 20% AL 21%

Circa un terzo dei consumi alimentari italiani risentirà direttamente dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto dal 20% al 21% e, secondo Federalimentare, comporterà per le famiglie italiane una spesa aggiuntiva pari a circa 600 milioni di Euro. “Ogni prospettiva di rilancio dei consumi alimentari può venire ulteriormente compromessa da questo provvedimento”, ha commentato il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua: “un sacrificio di queste dimensioni avrebbe almeno dovuto contemplare una riduzione delle imposte dirette sul lavoro e sulle imprese”. Federalimentare ha poi sottolineato che i consumi alimentari domestici hanno perso, in cinque anni, il 9%, una flessione tale da rendere la crescita dell’export alimentare (più 10% in valuta nel primo semestre del 2011) irrilevante. “Di conseguenza la produzione alimentare”, conclude l’associazione di categoria, “quest’anno viaggia del tutto piatta”. Particolarmente colpite dall’aumento sono alcune categorie di alimenti di uso quotidiano, come vini e bevande a base di vino, birra, acque minerali, caffè, tè e bevande gassate.

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