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CON L’ESTATE ARRIVA IL PESCE IN TAVOLA, MA NON TUTTO FA BENE. ALCUNI CONTENGONO PIÙ COLESTEROLO DI ALTRI: IL RECORD SPETTA AL CALAMARO, MA ANCHE VONGOLE E ARAGOSTE NON SONO DA MENO. ECCO I CONSIGLI DELLA SISA-SOCIETÀ ITALIANA STUDIO ARTERIOSCLEROSI

Con l’estate arriva il pesce in tavola, ma non tutto fa bene. Alcuni contengono più colesterolo di altri. Nell’arena dei cibi estivi a rischio, infatti, è proprio sotto i mari che si disputano i “derby” più insospettati. Il più infuocato? Quello fra calamaro e seppia: il primo detiene il record del più alto contenuto di colesterolo, mentre i livelli nascosti nella seppia si fermano a meno della metà. In termini di pericolo per le arterie, insomma, crostacei, molluschi e pesci non sono tutti uguali, avvertono gli esperti della Sisa (Società italiana per lo studio dell’arteriosclerosi), in vista della prima Giornata nazionale del colesterolo del 16 giugno.

E se su un virtuale “ring” subacqueo il colpo più duro lo prende il calamaro, non va meglio ad aragosta, gambero, cozza e cernia che perdono la partita contro i “cugini” astice, scampo, vongola e dentice. Quest’ultimo in assoluto il più virtuoso. Anche se “in caso di colesterolo molto alto i farmaci possono più della dieta, che al massimo permette di ottenere riduzioni del 15-17% nei valori ematici - spiega il presidente della Sisa, Andrea Mezzetti - è noto che per contenere i livelli di colesterolo bisogna scegliere alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura, e preferire il pesce”. Ma all’avvicinarsi delle vacanze estive, agli amanti del pescato i medici spiegano come orientarsi fra le possibili alternative. Ecco quindi, nel dettaglio, i risultati dei “testa a testa” che si giocano negli abissi.

Come cibo più amico delle arterie, l’astice vince sull’aragosta con un concentrato di colesterolo pari a 95 milligrammi ogni 100 grammi di alimento, contro i 164 mg/etto del crostaceo più ambito. E ancora: scampo batte gambero (95 mg di colesterolo contro 150), vongola sconfigge cozza (67 mg contro 108), seppia sbaraglia calamaro (110 mg contro 222) e cernia (70 mg) perde contro dentice che, con i suoi 37 mg di colesterolo all’etto, vince la corona di “campione dei mari” fra i cibi alleati del cuore.

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