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Con l’etichettatura di origine obbligatoria per latte e derivati “finalmente si cambia verso nella trasparenza dell’informazione ai consumatori. Ora un terzo della spesa è anonima”. Così la Coldiretti. Focus: in quali etichette è indicata l’origine

“Con l’etichettatura di origine obbligatoria per il latte e dei suoi derivati finalmente si cambia verso anche nella trasparenza dell’informazione ai consumatori in una situazione in cui la metà della spesa era anonima”. Lo afferma il presidente della Coldiretti, a seguito della Giornata nazionale del latte italiano di ieri in cui il Premier Matteo Renzi ed il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina hanno annunciato una svolta storica per alimenti fondamentali nella dieta degli italiani. “Si consolida un percorso di cambiamento che - sottolinea il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo - vede l’Italia svolgere giustamente un ruolo di leadership in Europa nella battaglia per la qualità e la trasparenza grazie ai primati conquistati a tavola. La spinta nazionale ha portato peraltro poche settimane fa alla storica risoluzione del parlamento Europeo per l’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto nonchè ai prodotti lattiero-caseari e ai prodotti a base di carne”.
L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n. 204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa, ma continua la Coldiretti, l’etichetta resta anonima per circa 1/3 della spesa dai salumi ai succhi di frutta, dalla pasta al latte a lunga conservazione, dal concentrato di pomodoro ai sughi pronti fino alla carne di coniglio. Due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione in etichetta, come pure i succhi di frutta o il concentrato di pomodoro dalla Cina i cui arrivi sono aumentati del 379% nel 2015 per un totale di 67 milioni di chili, secondo Coldiretti.
L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 7 giugno 2005 l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo made in Italy mentre a partire dal 1 gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello comunitario, il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.

Focus - Coldiretti: l’etichetta di origine sulla spesa degli italiani
Cibi con l’indicazione origine
Carne di pollo e derivati

Carne bovina
Frutta e verdura fresche

Uova

Miele

Passata di pomodoro

Latte/Formaggi
Pesce

Extravergine di oliva

... e quelli senza

Salumi

Carne di coniglio

Carne trasformata
Frutta e verdura trasformata
Derivati del pomodoro diversi da passata
Concentrato di pomodoro e sughi pronti
Derivati dei cereali (pane, pasta)
Riso

Fonte:
elaborazioni Coldiretti

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