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IL PESO DELLA PANDEMIA

Con la crisi della ristorazione, la filiera alimentare sempre più a rischio infiltrazioni mafiose

Coldiretti: “5.000 ristoranti in mano alla criminalità”. Allarme dopo la Relazione semestrale della Dia, sulla base dei dati Ismea
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Con la crisi della ristorazione, la filiera alimentare sempre più a rischio infiltrazioni mafiose

Da sempre, i settori strategici e più importanti dell’economia sono di forte interesse per la criminalità organizzata, che intensifica la sua azione nei momenti di crisi, ovvero quando il tessuto sociale ed imprenditoriale onesto e virtuoso è più debole e meno impermeabile e resistente alle possibili infiltrazioni mafiose. Proprio come in questo periodo, con la filiera agroalimentare che, nonostante abbia tenuto meglio di altre, nel complesso, veda tanti anelli della sua articolata catena in condizioni di grande fragilità. È per questo che ora più che mai “le infiltrazioni mafiose sono particolarmente preoccupanti per la filiera agroalimentare con la ristorazione indebolita finanziariamente dal crack di 41 miliardi nel 2020 a causa delle conseguenze dell’emergenza Covid”. A sottolinearlo la Coldiretti in riferimento all’ultima Relazione semestrale della Dia, sulla base dei dati Ismea.

“La criminalità - sottolinea la Coldiretti - è arrivata a controllare 5.000 locali con l’agroalimentare che è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. L’allarme contenuto nella Relazione semestrale della Dia trova particolare fondamento nella filiera agroalimentare dove - sottolinea la Coldiretti - pesa la crisi di liquidità generata dalla pandemia in molte strutture economiche che sono divenute più vulnerabili ai ricatti e all’usura”.


Le operazioni delle Forze dell’Ordine svelano gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore agroalimentare ed in modo specifico nella ristorazione nelle sue diverse forme, dai franchising ai locali esclusivi, da bar e trattorie ai ristoranti di lusso e aperibar alla moda fino alle pizzerie. “In questo modo la malavita si appropria - sottolinea la Coldiretti - di vasti comparti dell’economia green dai campi agli scaffali, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio made in Italy”.

“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare” afferma il presidente Coldiretti, Ettore Prandini nel sottolineare che in questo contesto diventa più urgente l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Agromafie, promosso dalla Coldiretti”.

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