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CON LA CRISI LA SPESA ALIMENTARE DELLE FAMIGLIE ITALIANE PERDE I “PEZZI”: DAL 2008 AL 2012 TAGLIATI 2,5 MILIARDI DI EURO L’ANNO. NEL 2012 IL BUDGET PER LA TAVOLA È DI 117 MILIARDI (-9,6% DAL 2008). COSÌ LA CIA-CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI

Con la difficile congiuntura economica, il carico di oneri aggiuntivi e la disoccupazione in aumento la spesa alimentare delle famiglie italiane perde i “pezzi”, dal 2008 al 2012 ha lasciato per strada in media 2,5 miliardi di euro ogni anno. Gli italiani sono stati costretti a “tagliare” mano a mano il budget per la tavola, che oggi ammonta a 117 miliardi complessivi (-9,6% dal 2008). E la situazione diventa sempre più drammatica, con gli acquisti in quantità dei beni alimentari crollati del 6,2% tendenziale. A scattare la fotografia dei consumi a tavola degli italiani negli ultimi 5 anni è la Cia-Confederazione italiana agricoltori, sull’Indicatore dei consumi di Confcommercio.

Vuol dire, spiega la Cia, che gli italiani mangiano sempre meno, trovandosi in una condizione di sofferenza tale da ricordare i tempi di guerra. D’altra parte solo nell’arco del 2012 si sono spesi quasi 270 euro in meno a famiglia per la voce “cibo e bevande”. Non solo: se fino al 2008 la quota di spesa alimentare rappresentava più di un quarto della spesa complessiva delle famiglie, ora questa quota è andata pian piano riducendosi fino a toccare il 19% del totale. È chiaro, quindi, che in un contesto del genere non è pensabile aumentare l’Iva al 22% a partire da luglio. Questo rialzo, infatti, continua la Cia, potrebbe tradursi a fine anno in un calo ulteriore di un punto e mezzo percentuale dei consumi alimentari, già sottoterra. Senza contare le conseguenze su vino e spumanti, birra, caffè, bevande gassate e succhi di frutta, che sono coinvolti direttamente dall’aumento dell’imposta, e per i quali i consumatori dovranno “sborsare” in totale tra i 25 e i 30 milioni di euro in più.

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