Il food made in Italy si conferma in ripresa nei mercati esteri come certificato dai dati di agosto 2020 (+3% sui primi 8 mesi 2019) per un valore di 29,4 miliardi di euro. Un trend che lascia ben sperare con alcuni prodotti che, come si nota dai dati per comparto disponibili per i primi 7 mesi, stanno riscontrando un andamento a doppia cifra: è il caso della pasta che segna un +30% nei confronti del periodo gennaio-luglio 2019. A spaghetti e fusilli il mondo sembra proprio non voler rinunciare con o senza lockdown. Anzi, il mondo è pronto a celebrarli, come ogni anno, il 25 ottobre, nel “World Pasta Day” n. 22, manifestazione curata da Unione Italiana Food e Ipo-International Pasta Organisation.
Non a caso, secondo le elaborazioni Ismea sui dati Istat, anche nei mesi più critici dell’emergenza epidemiologica, a causa delle misure restrittive adottate da molti Paesi clienti, le esportazioni di pasta non hanno accusato grossi contraccolpi a fronte di flessioni (anche significative) registrate dagli altri comparti nel mese di aprile e, in particolare, di maggio. Oltre all’ottima performance della pasta e, più in generale, dell’intero comparto dei derivati dei cereali (+13% nel periodo gennaio-luglio), l’analisi Ismea evidenzia il buon andamento degli ortaggi freschi e trasformati (+7,8%), in un contesto positivo anche per gli oli (+5%) e le coltivazioni industriali (+13,7%). Rimangono stabili il comparto degli animali e carni e quello ittico, mentre accusano una netta flessione il comparto florovivaistico (-10,7%) e quello dei vini e mosti (-3,2%).
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