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CON UN INCREMENTO ANNUO PARI AL 2,8%, IL SETTORE ALIMENTARE CONTRIBUISCE LARGAMENTE ALLA RIPRESA DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE, SALVANDO I CONTI DELLE AZIENDE DAL CROLLO DEI CONSUMI INTERNI. COSÌ LA CIA-CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI

Non Solo Vino
Agricoltura sugli scudi

Con un incremento annuo pari al 2,8%, il settore alimentare contribuisce largamente alla ripresa della produzione industriale, che torna al segno più dopo ventisei mesi in territorio negativo (+1,4%). Lo osserva la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, spiegando che i dati Istat su novembre confermano ancora una volta la centralità di tutto l’agroalimentare, che diventa sempre più strategico nell’ottica della ripresa dell’economia del Paese.

Più in dettaglio, è l’export a trascinare l’aumento della produzione del comparto, con le vendite all’estero di vino, ortofrutta, pasta e formaggi “made in Italy” che nel 2013 sfiorano quasi i 34 miliardi di euro “salvando” così i conti delle aziende agroalimentari che, solo grazie ai mercati stranieri, riescono ad affrontare l’ennesimo anno di crisi e a compensare in parte il crollo dei consumi domestici (-4%).

“L’agroalimentare porta il buono dell’Italia oltreconfine - aggiunge la Cia - ma è chiaro che ora bisogna continuare a lavorare per rafforzare le capacità di tutta la filiera di esportare e investire sui mercati internazionali, creando strumenti normativi “ad hoc”, semplificando e razionalizzando le risorse, lavorando sulla frammentazione dei soggetti coinvolti”.

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