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CONFAGRICOLTURA: ANCHE L’ACQUACOLTURA COMINCIA A TEMERE L’ANDAMENTO CLIMATICO

La Confagricoltura lancia un forte segnale di attenzione alle amministrazioni sui rischi che gravano su un comparto agricolo leader a livello europeo, l’acquacoltura nazionale, caratterizzato per l’allevamento delle specie d’acqua dolce da un aspetto fondamentale: la qualità delle acque. Per queste specie è necessaria infatti una temperatura dell’acqua non superiore ai 18 gradi. La trota rappresenta quindi un indicatore biologico vivente di grande importanza e la sua presenza è di per se già un'ottima garanzia di buona salute delle acque.

Il rischio, sottolineato da Confagricoltura e dall’Associazione Piscicoltori Italiani (aderente alla Confagricoltura), che rappresenta circa il 90% della produzione nazionale di acquicoltura, è relativo ad una diminuzione della portata dei torrenti e al conseguente aumento delle temperature.

Il comparto, ha prodotto nel 2006 oltre 40.000 ton di trote, registrando un aumento del +2% rispetto al 2005, pari ad un valore economico di circa 100 milioni di euro franco allevamento, impiegando diverse migliaia di unità lavorative su tutto il territorio nazionale.

“Per mantenere vitale il settore - dice Confagricoltura - è dunque necessario attivare tutte le misure necessarie per salvaguardare il benessere negli allevamenti, previste, anche per la piscicoltura, dal Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 in materia di ambiente, quanto si riferisce alla tutela e agli usi delle risorse idriche”.

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