Con ben il 17% dell’intera produzione europea, l’apicultura italiana rappresenta una porzione importante nell’economia agricola nazionale e questo patrimonio, apprezzato per l’eccellente qualità e varietà del miele, è messo ancora una volta in pericolo: dopo i pesticidi e la varroa, malattia che stermina gli alveari, gli apicoltori dovranno preoccuparsi di due nuovi parassiti provenienti dal Sud-Est asiatico, che attaccano arnie e smantellano le scorte di miele, Aethina Tumida e Tropilaelaps. Ma la minaccia più inquietante viene da api “straniere” introdotte in Italia la cui presenza potrebbe compromettere il dna della nostra Apis mellifera. La Confagricoltura ha ritenuto di far presente al Ministero per le Politiche Agricole, la necessità immediata di intervenire a tutela e salvaguardia del patrimonio genetico dell’Apis mellifera che sta rischiando l’ibridazione con razze africanizzate più aggressive e meno produttive. Negli ultimi tempi si è notato un incremento nelle importazioni di api regine “di incerta provenienza e di dubbio valore genetico”, generalmente originarie dell’emisfero sud, in particolare del Brasile e dell’Australia, paesi dove le razze autoctone sono fortemente ibridate con quelle provenienti dall’Africa. La Confagricoltura sottolinea anche come, oltre a proteggere la specie italiana dall’impoverimento che causerebbero incroci con queste razze, sia necessario concretizzare le misure a sostegno del settore e valorizzare la qualità dei mieli italiani attraverso la denominazione d’origine dei prodotti agricoli.
Elisabetta Guerrini
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