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CONFAGRICOLTURA - IL PRESIDENTE VECCHIONI: “LA CRESCITA 0 DELL’ITALIA NON AVVIENE PER SFORTUNA DEL VORTICE GLOBALE NEGATIVO, MA ANCHE PER IL CIRCOLO VIZIOSO CHE PENALIZZA PRODUTTIVITÀ E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA COME NON ACCADE NEGLI ALTRI PAESI”

Ieri a Maccarese (Roma) l’assemblea generale di Confagricoltura. Pubblichiamo una sintesi della comunicazione del presidente Federico Vecchioni:
Dinamiche economiche mondiali
“… la crescita mondiale si sta affievolendo, specie nelle economie avanzate e per la ripresa sembra si dovrà attendere il 2013. Anche il commercio mondiale sembra stia subendo una frenata. Siamo in un’economia globalizzata, dove la dinamica degli scambi supera quella delle produzioni. Ma dove, in entrambi i casi, è evidente una congiuntura non facile, aggravata dalle preoccupazioni per l’inflazione. Non possiamo però addossare tutte le responsabilità della “crescita zero” dell’Italia alla congiuntura internazionale. Ciò non avviene per la sfortuna di un vortice globale negativo; ma perché siamo vittime di un circolo vizioso che penalizza la produttività e la competitività del sistema come non accade negli altri Paesi. E’ perché sono mancate quelle riforme strutturali di cui tanto abbiamo parlato e poco fatto …”.
Il settore agricolo nazionale
“… il valore aggiunto dell’agricoltura anche nel 2007 si è mantenuto pressoché al medesimo livello del 2006. Dal 2000, salvo il dato eccezionale del 2004, le variazioni sono state tutte negative. Il dato del primo trimestre del 2008 (+6,9% sul quarto trimestre del 2007) ci fa sperare in una svolta della crescita, che occorre alle imprese ed al Paese. Serve una politica agricola che intervenga radicalmente sui costi di produzione che sono aumentati del 29% rispetto al 2000 e che incidono pesantemente sulla redditività. Anche perché, a dispetto dei rincari delle materie prime a livello mondiale, i prezzi all’origine in Italia sono in calo; mentre l’aumento dei costi tende a consolidarsi…”.
Decidere, produrre, crescere
“… è troppo presto per una valutazione dell’attività di questo nuovo Governo verso il quale la Confagricoltura esprime un “consenso vigile”. Le decisioni politiche, quando non diventano decisionismo, devono essere calate nella realtà dei vari settori. Il “fare” deve diventare “come fare”…”.
Manovra economica
“… abbiamo apprezzato l’idea di anticipare la manovra a primavera evitando il passaggio del Dpef, poi superato nei fatti dalla discussione autunnale, magari condotta con l’abusato rituale di una concertazione ormai superata nel metodo sino ad oggi attuato. Attendiamo ora di valutare i dettagli dei provvedimenti approntati dal Governo, ma quello che emerge da subito è l’esigenza di un rilancio dell’agricoltura a vantaggio delle imprese e del Paese. Occorre una convinta politica per la produzione. …”.
Fisco - “… è determinante, ai fini del mantenimento della competitività: il consolidamento delle misure relative al regime Irap per l’agricoltura, all’imposta sostitutiva per gli acquisti dei terreni da parte degli imprenditori agricoli professionali e la riduzione delle accise sul gasolio ...”.
Lavoro - “… è positivo il rilancio della “filosofia Biagi” con l’attuazione delle misure di flessibilità nei rapporti di lavoro. In particolare va riconosciuto che il Governo, con il decreto legge in via di emanazione, allarga la possibilità di utilizzare i contratti occasionali di tipo accessorio con la relativa procedura semplificata per la retribuzione tramite voucher. Sono poi da approvare l’abolizione degli indici di congruità della manodopera occupata ed i progressi relativi al processo di semplificazione burocratica nella gestione dei rapporti di lavoro …”.
Energia - “… apprezziamo i primi passi di questo Governo. Gli effetti positivi però possono essere più ampi se si interverrà anche con una riduzione dell’accisa, di circa 60 euro/1000 litri, portandola ai livelli minimi indicati dall’Unione Europea. Contemporaneamente, condividiamo la necessità di individuare una strategia energetica nazionale capace di dare risposte risolutive alla necessità di contenere i prezzi dell’energia e diminuire allo stesso tempo l’impatto ambientale. Ma ciò non deve distogliere l’attenzione da ciò che può essere attivato da subito. Le imprese agricole attendono oramai da diciotto mesi l’attuazione dei provvedimenti riguardanti lo sviluppo di energia dalle biomasse, previsti prima dalla finanziaria 2007, quindi da quella del 2008 …”.
Innovazione - “… è necessario promuovere la ricerca sulle biotecnologie. Prendiamo atto con soddisfazione del nuovo corso impostato dall’attuale governo. Bisogna evitare che il principio di precauzione si tramuti in ostracismo all’innovazione ed al progresso; addirittura, come ha fatto sinora, impedendo la sperimentazione in pieno campo …”.
Assetto delle istituzioni - “… il processo di federalismo, figlio del “titolo V”, finora non è andato nella direzione delle esigenze delle imprese. Spesso si è proceduto ad una duplicazione delle competenze senza una verifica dei costi di queste operazioni. E’ necessario intervenire con decisione su questo tema perché, in caso contrario, si andrà incontro ad una complicazione anziché ad una semplificazione delle strutture e degli adempimenti per le imprese. Avvicinare lo Stato al cittadino-imprenditore è auspicabile in termini di efficienza e di efficacia delle azioni ...”.
Un sì agricolo per una nuova Europa politica
“… siamo consapevoli dei benefici di far parte del progetto comune europeo così come dei “costi della non Europa”. La questione non è se essere a favore o contro l’Europa quanto piuttosto capire se è questa l’Europa che vogliamo o se ne vogliamo un’altra. Se le decisioni assunte in sede comunitaria tengono conto, e in che misura, degli orientamenti dei Paesi e delle esigenze delle parti economiche interessate. Questo mercato comune che funziona ormai da cinquanta anni ha consentito di avere approvvigionamenti di derrate di qualità contenendo l’inflazione; di avere una territorio ed un paesaggio, beni intangibili di tutti, gestiti e curati. Ora si vuole rimettere in discussione la politica agricola comunitaria, i suoi obiettivi ed i suoi strumenti ...”.
Health check - “… siamo disponibili ai cambiamenti, anche nel solco di quanto proposto dalla Commissione, di cui abbiamo già apprezzato il netto cambiamento di rotta a proposito del “plafonamento”. Ma occorre un riformismo più graduale e flessibile, che tenga conto della specificità di territori e di filiere vocati …”.
Wto - “…l’Europa deve giocare un ruolo leale e franco nei confronti delle proprie imprese agricole quando si siede al tavolo negoziale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. La bozza di intesa che si sta delineando a Ginevra, soprattutto a causa delle riduzioni delle tariffe doganali che saranno in media del 54%, determinerà una pressione competitiva tale sulle nostre agricolture che la produzione agricola calerà del 20% (in un momento in cui si chiama il Mondo a produrre di più) e danni enormi in termini economici ed occupazionali. Il tutto senza alcuna contropartita per le nostre imprese …”.
Valorizzare l’identità di Confagricoltura, sindacato d’impresa, a garanzia della partecipazione e dell’azione di lobby
“… Impresa come espressione migliore dei valori dell’individuo. Impresa fatta di uomini capaci di organizzare al meglio i fattori della produzione, desiderosi di crescere e di misurarsi con il mercato. Impresa fatta di professionalità e di valori. Un modo di intendere il sindacato che si fonde con le esigenze attuali dei protagonisti del settore agricolo di oggi e che abbiamo sempre voluto sostenere in ogni sede. Un’identità che abbiamo arricchito con idee concrete, con progetti che fanno e faranno la crescita e lo sviluppo della nostra economia. Le sorti delle nostre aziende si giocano sull’efficienza, sulla qualità, sull’internazionalizzazione e sulla formazione delle risorse umane, ma si giocano anche sul terreno più ampio della modernizzazione del Paese, che richiede una convinta evoluzione dell’approccio culturale verso la figura dell’imprenditore …”.

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