"Le ipotesi di modifica del disciplinare di produzione del Brunello non sono mai state inserite all’ordine del giorno del Consorzio, non sono mai state fatte oggetto di proposta da alcuno degli amministratori e neppure risultano in qualsiasi atto formale". E' la puntualizzazione dell'organo di tutela e di valorizzazione del famoso vino di Montalcino, comunicata questa mattina in una nota stampa "che cerca di fare chiarezza e di riportare l’informazione nell’ambito della correttezza e dei fatti, dopo le tante notizie apparse sulla stampa nazionale". Nessun tipo di procedura di modifica del disciplinare è dunque mai stato, ed in alcun modo, intrapreso: "il Consorzio, come ben sanno i produttori, non ha mai avviato - si legge nella nota stampa - procedure di variazione, anche minime, del "regolamento" di produzione, senza gli opportuni adempimenti ed informazioni che regolano la democrazia interna della struttura e che lo statuto delega al cda e all’assemblea". Il Consorzio risponde poi anche (ma senza citarla) alla Fattoria dei Barbi ("uno degli attuali 208 soci"), uscita di recente dal Consorzio: "la lettera di dimissioni, che è datata 26 aprile 2001, riporta le seguenti motivazioni: pretesa contrarietà del nuovo statuto del Consorzio adottato dall’assemblea straordinaria in data 18 novembre 2001 al dettato della legge 164/92, informazioni fornite dal Consorzio sull’andamento dell’annata agraria, costosità e pretesa inutilità della iscrizione per l’azienda. Ma, dalla lettera, non si rileva nessun riferimento alla questione della modifica al disciplinare del Brunello di Montalcino, sorta in epoca successiva e quindi evidentemente estranea ai motivi delle dimissioni".
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