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Consumi alimentari in calo nel 2022, ma sono cresciuti i pasti fuori casa e il delivery

Questo potrebbe dipendere dal desiderio di recupero di normalità dopo la pandemia, secondo i dati del Centro Studi Confindustria
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Gli italiani spendono di più per mangiare fuori (ph: Pexels)

Il carrello della spesa degli italiani si è ristretto: nel 2022 la spesa delle famiglie per i beni alimentari risulta in calo (-3,7%), in controtendenza rispetto a molte altre voci. Ciò ha fatto da zavorra alla risalita dei consumi totali, visto anche il peso della spesa alimentare, pari al 14% (secondo solo alla spesa per abitazione, acqua ed energia). I dati sulle vendite al dettaglio di beni alimentari confermano la debolezza della domanda nel 2022 (-4,3%) e mostrano uno stallo nel primo trimestre 2023 (+0,1%). Al contrario, è aumentata la spesa per i pasti fuori casa: si registra un forte rimbalzo nel 2022 (+8,8%), sebbene ancora sotto i valori pre-Covid (-3,9%). Il completo superamento delle restrizioni anti-pandemia ha infatti favorito la spesa proprio in quelle categorie che sono state più penalizzate nel 2020 e 2021, come alberghi e ristoranti (+26,5% nel 2022). Sono questi i dati di un Report del Centro Studi Confindustria.
Quali i motivi? La domanda repressa per il Covid, liberatasi nel 2022, potrebbe aver frenato gli alimentari, grazie al desiderio di recupero dei “pasti fuori casa” (contabilizzati come servizi, non beni). Una sostituzione di “pasti a casa” con i servizi di ristorazione potrebbe essere stata dettata anche dalla dinamica dei prezzi relativi, a favore dei secondi (+11,4% annuo il rincaro degli alimentari, +6,5% i ristoranti). Inoltre, la diffusione con la pandemia dei servizi di delivery di pasti pronti a casa, a parità di spesa, alza quella in “ristoranti” e abbassa quella in alimentari. Potrebbe poi esserci un “effetto reddito”: le famiglie meno abbienti che hanno accumulato meno extra-risparmio nel 2020-21, ora subiscono maggiore erosione del reddito reale (visto che l’inflazione è da energia), e ne può conseguire un impatto più negativo sui consumi alimentari, che rappresentano una maggior quota della loro spesa.
In parte, la dinamica recente evidenzia un recupero dei trend storici, pre-pandemia: il consumo si sposta verso comportamenti più sostenibili (meno spreco di cibo) e abitudini comuni tra i giovani (più pasti fuori casa); da oltre un decennio si vede una ricomposizione della spesa verso i servizi (+6,5% nel 2022 dal 2005) a scapito dei beni (-7,4%), specie non durevoli (-14,0%), tra cui gli alimentari (-10,6%).
Per quanto riguarda le prospettive per il 2023 i consumi alimentari risentiranno ancora delle tensioni sui prezzi. È probabile che anche la spesa in servizi rallenti, man mano che svaniscono gli effetti del “recupero” dei livelli pre-pandemici (e si esaurisce l’extra-risparmio).

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