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CONSUMI: DALLA STALLA AL WEB ECCO COME “ALLEVARE” UN MAIALE. LO CONSIGLIA LA COLDIRETTI

Direttamente o attraverso internet è possibile allevare a distanza un maiale “su misura”, da soli o in comproprietà con altre famiglie, per garantirsi una fornitura esclusiva di prosciutti, salami, salsicce o carni fresche. Emerge dal “Gran Galà del maiale”, promosso oggi dalla Coldiretti a Bologna per far luce su un’antica usanza autunnale del passato che è prepotentemente tornata adattata ai tempi moderni anche con web specializzati come www.adottaunmaiale.it che, oltre a spiegazioni, propongono giochi, storie, proverbi e webcam per seguire la crescita del proprio maiale. Solo a titolo di esempio, riferisce la Coldiretti, “da un maiale del peso di 220 chili si possono ottenere 60 salami di 800 grammi di peso, 20 chili di salsicce o, in alternativa, lo stesso quantitativo di cotechini, 5/6 chili di costine, 2 pancette di circa 7/8 chili, 2 coppe di 2,5 chili, 5/6 formine di ciccioli, 4 stinchi e frattaglie varie (cuore, fegato, polmoni, ecc.)”. Il fenomeno dell’acquisto del maiale in stalla con le diverse formule dell’“adozione”, dell’“allevamento a distanza” o “su misura” registra una crescita in tutta Italia e si contano oramai migliaia di allevamenti disponibili.
“Profondamente diverse - precisa la Coldiretti - sono anche le razze di maiali allevate, il mix di salumi da scegliere, i condimenti utilizzati ed i costi da affrontare che variano dai 400 a 1.000 euro (a seconda delle diverse variabili) e spingono verso la formazione di piccoli gruppi per acquisti collettivi, formati da due o più famiglie, tra amici, parenti, colleghi o condomini che possono garantirsi al fornitura per un intero anno”.
La riscossa del prodotti del maiale all’estero, sottolinea la Coldiretti, riguarda tutti i principali salumi esportati dall’Italia, tra i quali la parte del leone la fanno i prosciutti crudi che rappresentano ben il 43% del totale in peso seguiti nell’ordine da mortadelle, wurstel, cotechini e zamponi (22%) e da salsicce e salami stagionati. Ad andare ghiotti dei prodotti della salumeria nazionale sono soprattutto, continua la Coldiretti, i tedeschi seguiti dai francesi e dagli inglesi dove è diretta oltre la metà della produzione nazionale (fuori dall’Europa sono gli americani e i giapponesi ad accaparrarsi i maggiori quantitativi).

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