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CONSUMI: E' IL PARMIGIANO IL PIU’ RUBATO NEI SUPERMERCATI

Il Parmigiano Reggiano è il prodotto alimentare piu’ rubato nei supermercati italiani con i furti che raggiungono il valore di ben il 9 percento del prodotto venduto. In altre parole viene sottratto dagli scaffali quasi un pezzo ogni dieci che ne vengono venduti. Lo afferma la Coldiretti con riferimento al sesto rapporto del “Barometro europeo dei furti nella vendita al dettaglio”, realizzato con il supporto di Checkpoint system, che registra in Italia nel 2006 un aumento dei furti tra i prodotti alimentari venduti nei supermercati.

Dopo il Parmigiano Reggiano - sottolinea la Coldiretti - si classifica la carne con il 5,5 per cento delle perdite e la conquista del posto d’onore tra i cibi piu’ desiderati dai ladri, mentre con il 2 per cento seguono i vini e i superalcoli che salgono comunque sul podio. L'ordine delle preferenze rileva - precisa la Coldiretti - che i nuovi ladri al momento di fare la spesa sono in realtà dei buongustai che non rinuciano alla qualità in tavola, come accade per la maggioranza dei consumatori. Secondo i dati Ismea- Ac Nielsen gli acquisti domestici di Parmigiano Reggiano sono aumentati del 2,2 per cento, per un totale di oltre 21mila tonnellate, nei soli primi otto mesi del 2006.

Complessivamente, tra prodotti alimentari e non, gli ammanchi dovuti a errori, furti, danni e taccheggi nella distribuzione commerciale ammontano in Italia - riferisce la Coldiretti - a 2,6 miliardi di Euro, con una percentuale del fatturato dell’1,24 per cento, in leggero calo rispetto allo scorso anno (1,26 per cento). Tra i non alimentari viene rubata quasi una lametta di barba ogni cinque ma scompaiono facilmente anche cartucce per stampanti, prodotti cosmetici, dvd, cd musicali e videogame (5,5 per cento). Il costo delle perdite subite a causa dei furti viene a gravare sui normali acquisti dei cittadini per un valore stimato pari in Italia a circa 178 euro per famiglia.

Il primato del prodotto piu’ desiderato dai ladri, raggiunto dal Parmigiano Reggiano sul territorio nazionale, si aggiunge a quello conquistato in terra straniera dove - sostiene la Coldiretti - risulta essere la specialità alimentare nazionale piu’ imitata che diventa Parmesao in Brasile, Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il sudamerica o Parmesan dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone.

Quasi nove volte su dieci negli Stati Uniti sulle tavole delle case, dei ristoranti o delle pizzerie si trova falso Parmigiano Reggiano che - sottolinea la Coldiretti - toglie spazio alle esportazioni dei prodotti originali che raggiungono appena il 13 per cento della produzione statunitense di parmesan che rappresenta il caso più eclatante di imitazione dei prodotti alimentari nazionali tipici sul mercato Usa.

Il vero Parmigiano Reggiano - spiega la Coldiretti - è ottenuto dal latte di 250mila mucche allevate da 4750 aziende agricole in zone delimitate del territorio nazionale e trasformato in 492 caseifici che producono oltre 3,1 milioni di forme all'anno dal peso medio di 38 chili, che devono essere stagionate almeno 12 mesi.

La lotta ai falsi e alle imitazioni che si moltiplicano sul mercato globale a danno dell’identità territoriale dei prodotti sono un vero ostacolo alla crescita sostenibile e - conclude la Coldiretti - devono rappresentare un passaggio fondamentale del negoziato del Wto per garantire un commercio leale e salvaguardare le produzioni tradizionali dalle contraffazioni internazionali, a vantaggio delle sviluppo locale di tutti i Paesi.

Anche di questo si parlerà nel Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio Ambrosetti, a Cernobbio, sul Lago di Como, che avrà inizio con uno studio elaborato da Coldiretti-Ispo sui cambiamenti nelle abitudini alimentari degli italiani, tra nuove tendenze, paure e ricerca di sicurezza, che sarà presentato il 20 ottobre.

Particolare attenzione nel dibattito è rivolta al tema dell’innovazione con la presentazione, nella giornata conclusiva del 21 ottobre, delle piu’ straordinarie novità in campo agroalimentare destinate a rivoluzionare la vita dei cittadini, con effetti su salute, ambiente, sicurezza dei cibi, risparmio energetico e moda.

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