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Consumi: il raccolto delle castagne crolla al minimo storico. Lo dice Coldiretti. Il 2014 sarà ricordato nella storia per taglio nei raccolti di tutti i prodotti agricoli dell’autunno italiano (vino, olio, castagne)

Non Solo Vino
Al minimo storico la raccolta delle castagne in Italia

Il raccolto di castagne Made in Italy scende quest’anno al minimo storico, con una produzione nazionale ben al di sotto dei 18 milioni di chili, registrati nel 2013 e pari ad appena 1/3 di quella di 10 anni fa. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sul crollo produttivo dell’alimento che il poeta Giovanni Pascoli chiamava “l’italico albero del pane”, che rischia di sparire dalla realtà nazionale dopo essere stato il simbolo dell’autunno nei libri scolastici di molteplici generazioni di giovani scolari. Il 2014 - sottolinea la Coldiretti - sarà ricordato nella storia per il taglio nei raccolti di tutti i prodotti agricoli dell’autunno italiano, con l’olio in riduzione del 30% (per una produzione attorno a 300.000 tonnellate ed un taglio di oltre il 15% sul 2013), e la vendemmia, che rischia di classificarsi come la più scarsa dal 1950, con una produzione di vino che potrebbe scendere fino a 41 milioni di ettolitri. Per le castagne la riduzione è dovuta - precisa la Coldiretti - all’andamento climatico sfavorevole con l’eccesso di precipitazioni, ma anche alla strage provocata dagli attacchi dell’insetto killer “Cinipide galligeno del castagno” arrivato in Italia dalla Cina e che, da alcuni anni, sta decimando i raccolti.
Un duro colpo per un alimento che, nel 1911, aveva raggiunto addirittura una produzione record di 829 milioni di chili, con il castagno che riveste peraltro un ruolo importante in molte aree collinari e montane del nostro Paese, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell´assetto ambientale e idrogeologico. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago con l´habitat che risulta fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti. Anche per questo, nonostante le difficoltà, restano molto popolari le feste e le sagre dedicate a castagne e marroni in tutta la penisola, a partire da Cuneo, dove si sta celebrando la Fiera Nazionale del Marrone.
Il taglio dei raccolti italiani ha favorito - continua la Coldiretti - le importazioni che sono quasi raddoppiate, passando dai 38,7 milioni di euro del 2012 ai 67,8 milioni di euro del 2013 e l’amaro risultato - precisa la Coldiretti - è che gli italiani hanno più del 50% di probabilità di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Slovenia. Il rischio è che per la mancanza di un sistema trasparente di etichettatura le castagne importate vengano spacciate come nazionali mettendo a rischio anche le produzioni locali sopravvissute fino ad ora.
Nonostante la grande mobilitazione per la lotta biologica al cinipide attraverso i lanci del suo nemico naturale, il parassitoide Torymus Sinensis e i segnali positivi in alcune regioni, serviranno, infatti, anni per ritornare ad un livello produttivo degno della tradizione nazionale. Per queste motivazioni - spiega la Coldiretti, è necessario che le Istituzioni, oltre a continuare le attività di lotta al cinipide, mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore, tra cui sicuramente più controlli sull´origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, castagne italiane.
Se dal punto di vista quantitativo la situazione è preoccupante, il primato italiano sul piano qualitativo è confermato - precisa la Coldiretti - dalla presenza di ben dodici tipi di castagne che hanno ottenuto il riconoscimento europeo. Quattro - precisa la Coldiretti - si trovano in Toscana e sono: il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp e la Farina di Neccio della Garfagnana Dop; in Campania è riconosciuta la Castagna di Montella Igp e il Marrone di Roccadaspide Igp; in Emilia Romagna, il Marrone di Castel del Rio Igp, in Veneto, il Marrone di San Zeno Dop ed i Marroni del Monfenera Igp; in Piemonte, la Castagna Cuneo Igp e il Marrone della Valle di Susa Igp; nel Lazio, la Castagna di Vallerano Dop.
Le castagne, delle quali si conoscono oltre cento varietà, sono rimaste nelle tradizioni alimentari autunnali degli italiani da consumare - ricorda la Coldiretti - in diversi modi: arrosto (dopo averle incise sul lato bombato metterle in una padella di ferro con il fondo forato e cuocerle o sul fuoco vivo o in forno per 30 minuti, dopo la cottura si consiglia di avvolgerle in un canovaccio umido); lesse (dopo averle lavate accuratamente, cuocerle in abbondante acqua salata per 40 minuti); cotte in latte e zucchero; usate per particolari ripieni, nella preparazione di primi piatti o elaborati secondi a base di carne.
Se non si vuole correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, la Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora frequentare i “Mercati degli Agricoltori” di “Campagna Amica” o le sagre in programma in questi giorni in tutta Italia dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne.

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