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CONSUMI: “MADE IN ITALY” SOTTO ATTACCO CON INGANNI A TAVOLA. DAI CIBI ANONIMI ALLA SEGATURA PER INVECCHIARE IL VINO FINO ALLE BIBITE COLORATE AL POSTO DEL SUCCO

Un vero e proprio attacco al “made in Italy” a tavola sembra essere l’obiettivo di alcuni recenti provvedimenti come lo stop all’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti, il via libera alla possibilità di sostituire con aromi e coloranti il succo naturale nelle bibite e l’arrivo nel 2007 sulle tavole del primo vino italiano invecchiato con la segatura anziché con la maturazione in botti di legno, senza una adeguata informazione in etichetta. Lo denuncia la Coldiretti nell’annunciare l’avvio di iniziative a sostegno della trasparenza dell’informazione sui reali contenuti degli alimenti in vendita per non mettere a rischio la credibilità del made in Italy sui mercati nazionali ed esteri.
Il via libera alla vendita di bibite colorate d’arancia senza contenere neanche l’ombra del succo di agrumi naturali rende ancora più grave - sottolinea la Coldiretti - il colpo di spugna previsto nella stessa proposta di legge comunitaria 2007 sull'obbligo di indicare nell’etichetta la provenienza degli alimenti ed impedire così di “spacciare” come made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, i prosciutti ottenuti da maiali allevati in Olanda e Danimarca o addirittura la macedonia in scatola composta da ananas e acini di uva extracomunitaria, prugne bulgare e pere cinesi.
Ma l’inganno non riguarda solo i contenuti e la provenienza degli alimenti ma anche i metodi di produzione come la possibilità di invecchiamento del vino con la segatura di legno invece della normale maturazione in botte che l’Italia ha scelto di vietare solo nei vini Doc e Docg, che rappresentano meno del 30 per cento del vino made in Italy. Una soluzione che non ha soddisfatto un vasto schieramento di organizzazioni dalla Coldiretti a Slow food, dalle Città del vino a Legambiente che hanno presentato ricorso al Tar con l’obiettivo di estendere il divieto anche ai vini Igt. Per l’Italia che è leader in Europa e nel mondo è evidente - sottolinea la Coldiretti - la necessità di stringere le maglie larghe di una legislazione che punta all’omologazione verso il basso, inganna consumatori e si traduce in danni economici per gli imprenditori. Per ogni punto percentuale di frutta sostituito dal colorante nelle bibite si registra una riduzione di circa 7 milioni di litri di succo destinato ai consumatori, pari a 23,5 milioni di chili di prodotto in meno.
Occorre dunque cogliere l’opportunità di svolgere - sottolinea la Coldiretti - una funzione di avanguardia in Europa nelle politiche rivolte alla sicurezza alimentare e di accelerare con coerenza il percorso già intrapreso a livello comunitario con l'estensione a tutti i prodotti alimentari dell’obbligo (già in vigore nella UE per carne bovina, uova, miele, ortofrutta fresca) di indicare nelle etichette l'origine della componente agricola impiegata. L’Italia, dove l'etichettatura di origine è stata prevista, grazie alla mobilitazione della Coldiretti, anche per il latte fresco, per la carne di pollo e per la passata di pomodoro, non può tornare indietro ma deve continuare con decisione la battaglia in Europa per togliere dall'anonimato tutti gli alimenti per garantire la trasparenza di mercato e dare valore all'agricoltura italiana che ha fatto la scelta di una campagna libera da organismi geneticamente modificati conquistando la leadership europea nel biologico e nei prodotti tipici.
L’agroalimentare made in Italy - conclude la Coldiretti - vale oltre 180 miliardi di Euro (108 dell'industria alimentare) e rappresenta circa il 15 % del Prodotto Interno lordo (PIL), secondo solo al comparto manufatturiero.

La qualità del “made in Italy” a tavola da difendere
Etichettatura di origine - La proposta di legge comunitaria 2007 dell’esecutivo prevede l'abrogazione della norma base della legge italiana 204 del 2004 ottenuta grazie all'iniziativa di legge popolare della Coldiretti con la raccolta di un milione di firme e che prevede l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti con l'emanazione di appositi decreti per ogni singolo prodotto.
Vino con i trucioli - Nel 2007 arriverà sul mercato il primo vino made in Italy invecchiato con i trucioli. L’Unione europea ha dato il via libera all’utilizzo dei trucioli per “l’invecchiamento artificale” lasciando però ai singoli paesi di limitarlo per le proprie produzioni. L’Italia ha scelto di vietarlo solo nei vini Doc e Docg che rappresentano meno del 30% del vino made in Italy.
Bibite con arancia solo nel colore - Con la legge comunitaria 2007 presentata dall’esecutivo viene abrogato l’articolo nel quale si prevede che: “Le bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia, il cui gusto e aroma fondamentale deriva dal loro contenuto di essenze di agrumi, o di paste aromatizzanti di agrumi, non possono essere colorate se non contengono anche succo di agrumi in misura non inferiore al 12 per cento”.
Fonte: elaborazioni Coldiretti

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