Un’ampia riflessione sulla quotidianità, sulla ritualità, sull’alchimia e sul cibo, in cui quattro artisti (Iain Andrews, Leda Bourgogne, Nebojsa Despotovic e Malte Zenses) declinano consapevolmente e in modo sempre differente, un aspetto della poetica di Daniel Spoerri, uno dei più importanti artisti contemporanei, pioniere del Nouveau Réalisme, scomparso pochi mesi fa: è stata prorogata fino al 28 febbraio 2025 la mostra “Quello che vedete non è né cibo, né arte”, il nuovo progetto di Galleria Gaburro (curato da Matteo Scabeni) che esplora l’immaginario di Spoerri con un percorso di 27 opere.
La mostra sfida la percezione dei visitatori intrecciando presenza e assenza, reale, iperreale e surreale. Seguendo l’aforisma di Daniel Spoerri che dà il titolo alla mostra, l’esposizione vuole costruire un dialogo intergenerazionale e intermediale a partire dall’artista romeno, che conserva e preserva scene di vita ordinaria facendo riferimento alle ritualità spettacolari del consumo dei pasti o di qualsiasi azione.
Le differenti visioni poetiche degli artisti si intrecciano creando un dialogo su questa tensione impossibile tra la realtà e la sua trasformazione e trasfigurazione, tuttavia pur sempre e inevitabilmente legata alla realtà stessa.
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