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CONTRO INGANNI A TAVOLA L’ETICHETTA DI ORIGINE. C’È OLIO SPREMUTO DA OLIVE STRANIERE IN 1 BOTTIGLIA SU 2, MA NON SI VEDE

Per chiudere le porte al rischio di contraffazioni e sofisticazioni occorre sostenere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dell’extravergine per impedire con la rintracciabilità che sia spacciato come italiano quello spremuto da olive tunisine, spagnole o greche all’insaputa dei consumatori. Lo afferma la Coldiretti che nell’esprimere apprezzamento per l’azione di sorveglianza dell’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari sottolinea che sugli scaffali dei supermercati e nei tavoli dei ristoranti è straniero l’olio di oliva contenuto quasi in una bottiglia su due, ma ai consumatori vengono presentate tutte come italiane perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l’origine delle olive.
In questa situazione, particolarmente grave - denuncia la Coldiretti - è il tentativo di colpo di spugna previsto dal disegno di legge comunitaria 2007 presentata dall'Esecutivo che con una norma cancella di fatto l'obbligo di scrivere sulle etichette dell'extravergine la zona di coltivazione delle olive previsto dalla legge 204 del 2004, approvata con il consenso di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare promossa dalla Coldiretti insieme alle associazioni ambientalisti e dei consumatori. Un via libera all’inganno che - sottolinea la Coldiretti - mette a rischio la credibilità del made in Italy sui mercati italiani ed esteri e toglie valore alla produzione nazionale mettendo a rischio gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all’ambiente. Bisogna stringere le maglie larghe della normativa prima che si radichi definitivamente sui mercati internazionali un falso olio made in Italy magari imbottigliato sul suolo nazionale, ma ottenuto con olive straniere all'insaputa dei consumatori e con un grave danno al reddito delle imprese agricole italiane.
Una situazione che - precisa la Coldiretti - toglie spazio di mercato alla produzione nazionale perché sfrutta l'immagine positiva di un territorio e di uno stile ineguagliabili a vantaggio di alimenti che nulla hanno a che fare con il tessuto produttivo agricolo italiano. Gli italiani sono tra i principali consumatori mondiali di olio di oliva con circa 13-14 chili per persona all’anno e l'Italia - conclude la Coldiretti - con circa 600mila tonnellate in media è il secondo produttore europeo di olio di oliva e dispone di 37 oli extravergini riconosciuti dall'Unione Europea e circa 250 milioni di piante coltivate praticamente su tutto il territorio nazionale anche se le regioni con maggiore produzione sono Puglia e Sicilia.

L’olio di oliva Made in Italy in cifre
Produzione media italiana, ultime 4 anni, 600.000 tonnellate;
Fatturato del settore pari a 2,0 miliardi di Euro;
Consumo nazionale pari a 13-14 kg all’anno per persona;
Negli ultimi anni si è avuto un trend di crescita nei consumi, soprattutto per oli extravergini, Dop e biologico; 
Dop e Igp riconosciute: 37

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