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CONVENTION CITTA’ DEL VINO - “NO ALLE LOGICHE DI MERCATO, SI’ ALLA TUTELA DELLA QUALITA’ DEI PRODOTTI NEL RISPETTO DELLA TRADIZIONE”: E’ L’APPELLO DEI SINDACI DEI TERRITORI DEL VINO DI TUTTA ITALIA

Con l’imminente entrata in vigore della nuova Ocm vino, il rispetto della tradizione enologica italiana deve essere la parola d’ordine al centro del dibattito in sede di Commissione Europea, dove la posizione dell’Italia del vino deve essere maggiormente sostenuta, soprattutto per le decisioni fondamentali per il futuro del settore, come la nuova classificazione prevista per i nostri vini. Tutelare i nostri vini è l’obbiettivo che tutti devono avere ben presente, anche e soprattutto per evitare in futuro casi come quello del rosè, per il quale le proposte finora prese in esame all’interno della Ue, vanno sicuramente contro tradizione. Dati Istat alla mano sul consumo di alcol in Italia, i territori del vino si ribellano affinché il vino non sia considerato motivo di “sballo”, ma strettamente legato alla nostra tradizione, rilanciando la giusta conoscenza delle sue modalità di consumo. “No alle logiche di mercato, sì alla tutela della qualità dei nostri prodotti nel rispetto della tradizione”: è l’appello lanciato dai sindaci dei territori del vino di tutta Italia, riuniti a Castelnuovo Berardenga (Siena), nella Convention di Primavera delle Città del Vino (fino al 10 maggio, info: www.cittadelvino.it).

“Si ha l’impressione che si voglia sempre più abbassare il livello di guardia sulla qualità - sottolinea il presidente delle Città del Vino, Valentino Valentini - e guardare solo ed esclusivamente alle problematiche di mercato. Al momento di crisi che stiamo attraversando, non si risponde attraverso scorciatoie, ma cogliendo l’occasione per investire sulla qualità e non svendere i nostri prodotti”.

“Le problematiche ancora sul tappeto - prosegue Valentini - rendono necessario uno slittamento di almeno un anno della data del 1 agosto 2009 per l’entrata in vigore della nuova Ocm vino. Con la mancanza di un serio e diffuso dibattito, si corre il rischio che solo le denominazioni più attrezzate, con i propri consorzi per esempio, riusciranno a presentare modifiche necessarie per adeguarsi alla riforma, e le altre?”.

Di fronte alla querelle del rosè, le Città del Vino confermano la posizione che, già da tempo, hanno espresso riguardo all’importanza delle pratiche enologiche: “se una miscela deve essere fatta, deve essere un altro vino che non può essere il rosè, che ha un suo proprio status di produzione. Tutto questo va a svantaggio della sua qualità”, sottolineano, dopo il sì della Ue all’etichetta facoltativa su vero vino rosè con menzione “vino rosè tradizionale”, e, allo stesso tempo, anche al Rosè da miscelazione tra vino bianco e vino rosso da tavola con menzione facoltativa in etichetta “rosè da miscelazione”.

Dopo il pessimo scenario che emerge dal rapporto Istat “Uso e abuso di Alcol in Italia”, nel decennio 1998-2008, e il conseguente inasprimento delle misure del nuovo testo del Codice della Strada della Commissione Trasporti del Senato, i Sindaci delle Città del Vino ribadiscono come “la prevenzione e l’educazione al gusto e al consumo, soprattutto per i giovani, devono venire prima di tutto. Il vino non è uno sballo, ma la nostra tradizione”.

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