No arachidi, no salsa tahina e no gassificatori di Sodastream negli scaffali dei supermercati di Coop Alleanza 3.0, la più grande tra le cooperative di consumatori del sistema Coop (con 350 supermercati in 8 regioni). È stata la decisione presa lo scorso 21 giugno, dopo il rapporto della Commissione etica presentato al Cda e l’intervento di alcuni soci attivisti, come forma di protesta e boicottaggio verso Israele: “la cooperativa non può rimanere indifferente davanti alle violenze in corso nella Striscia di Gaza”, spiegano. E sempre come forma di sostegno alla popolazione sotto assedio è iniziata la vendita della Gaza Cola, una bibita in latina frutto di un progetto nato a Londra nel 2023 da un’idea di un gruppo di palestinesi per finanziare progetti umanitari, tra cui la ricostruzione dell’Ospedale Al Karama nel Nord di Gaza: una bevanda solidale dal claim “il gusto della libertà”.
Ma immediatamente l’iniziativa ha generato un dibattito, sui media, con dure reazioni, dalla Comunità ebraica di Milano a Confindustria Alto Adriatico, tra gli altri, e il 27 giugno Coop ha spiegato che la decisione circa il boicottaggio dei prodotti israeliani “non spetta alle imprese, ma ai soci e consumatori che rappresentano valori, opinioni e sensibilità inevitabilmente diverse e tutte ugualmente rispettabili e Israele non fa eccezione alla policy di Coop nazionale come è stato ribadito nella riunione della Presidenza di Ancc, l’Associazione nazionale che rappresenta 72 cooperative di consumatori in Italia”. Nella quale il presidente Ancc-Coop Ernesto Dalle Rive ha lanciato un appello al Governo italiano “perché si adoperi con il massimo impegno a riaprire i corridoi umanitari verso la Striscia di Gaza” in quanto “condizione indispensabile per avviare una imponente raccolta di cibo e altri aiuti su cui le cooperative di consumatori dichiarano sin da ora la loro completa disponibilità, confidando anche in una analoga mobilitazione di tutta la moderna distribuzione”.
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