Salvaguardia dei prodotti tradizionali, sviluppo dell’agricoltura di qualità e biologica, attenzione al territorio e alle identità locali, no agli organismi geneticamente modificati: Coop Italia conferma e rilancia il suo impegno per la tutela della biodiversità. L’occasione è data dal Meeting sulla globalizzazione, organizzato dalla Regione Toscana, «From global to glocial», il 16 e 17 luglio a San Rossore (Pisa) nel suggestivo scenario della ex tenuta presidenziale, ora parte integrante del Parco regionale di Migliarino-Massaciuccoli-San Rossore.
Carlo Barbieri, dirigente di Coop Italia, ha riaffermato il ruolo da protagonista di Coop in difesa del territorio e delle sue tipicità nella sessione di lavoro “Cibo: il troppo, il niente, il buono e il cattivo”: «Se la Gdo viene considerata uno degli alfieri del processo di globalizzazione (nell’accezione più negativa del termine), Coop - che è un sistema di aziende di grandi dimensioni, leader in Italia con oltre 9 miliardi di euro di fatturato e 45.000 dipendenti – rappresenta una voce fuori dal coro. Il rispetto delle esigenze dei soci e dei consumatori costituisce da sempre per Coop uno dei valori fondanti, che non può prescindere da uno stretto legame con il territorio e la sua realtà produttiva. E’ grazie a questo che Coop ha sviluppato una particolare sensibilità verso la salvaguardia delle identità locali, il rispetto dell’ambiente, la genuinità e la salubrità dei prodotti».
E su queste basi è stata riconfermata la collaborazione tra Coop Italia e Slow Food: una partnership che a Coop ha dato ulteriori stimoli per accrescere la propria naturale predisposizione al rapporto con il territorio. L’iniziativa si chiama In Viaggio tra i sapori d’Italia, percorsi del gusto che si snodano lungo le antiche Vie Consolari romane valorizzando i prodotti tipici a rischio d’estinzione.
L’idea di salvaguardare le produzioni alimentari tipiche del nostro Paese era già stata avviata da Slow Food con i “Presidi del Gusto”, nati per evitare che un importante patrimonio dell’artigianalità italiana andasse perduto. Coop ha “adottato” fin dal 2000 undici di questi Presidi, consentendo ai piccoli produttori una reale possibilità di sbocco commerciale attraverso la propria rete di vendita; dallo scorso anno il sostegno di Coop è poi passato all’intero progetto. Tra i sapori a rischio di estinzione “adottati” da Coop ci sono la Robiola di Roccaverano, il Violino di Capra, il Bagoss di Bagolino, la Toma di Gressoney, il Cardo gobbo di Nizza Monferrato, il Peperone di Carmagnola, le Pesche di Monforte, il Pistacchio di Bronte, la Mandorla di Noto, il Casizolu e il Puzzone di Moena.
Ma l’attenzione di Coop non è rivolta solo all’Italia: dato l’enorme successo ottenuto con la valorizzazione dei prodotti tipici del nostro Paese, Coop Italia sta valutando, con Slow Food, la possibilità di “adottare” alcuni presidi internazionali. «E’ una battaglia culturale a sostegno del patrimonio agroalimentare mondiale – afferma Carlo Barbieri - per la valorizzazione delle produzioni tipiche e per l’affermazione di metodi di coltura naturali e privi di modificazioni genetiche».
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