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CORPO FORESTALE DELLO STATO: TRAFFICO DI MARMELLATA CONTRAFFATTA VERSO GLI USA

Scoperto traffico di almeno 400.000 vasetti di marmellata contraffatta inviati negli Stati Uniti in 20 container. L’illecito - secondo quanto riferito in una nota dal Corpo Forestale dello Stato - avveniva con l’utilizzo di falsi marchi relativi sia alla società che alle certificazioni biologica e kosher, con un danno per mancata vendita, a carico della “Rigoni di Asiago Spa”, proprietaria del marchio “Fiordifrutta” utilizzato per l’illecito, di almeno 1 milione di euro.

Il traffico, dopo un anno di indagini, è stato scoperto dagli uomini del Corpo forestale dello Stato di Vicenza e del Nipaf (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale) di Pescara, in collaborazione con l’Ispettorato Centrale per il Controllo di Qualità dei Prodotti Agroalimentari di Conegliano.

Le confetture contraffatte - spiega la nota - venivano commercializzate da una ditta pescarese, in concorso con un’altra ditta registrata negli Stati Uniti, che ne commissionava la produzione a due aziende situate in Provincia di Campobasso e di Verona; la posizione di quest’ultima è, ancora, al vaglio degli inquirenti.

Nella truffa della marmellata contraffatta inviata in Usa, il titolare della ditta pescarese - spiega il Corpo forestale - provvedeva ad apporre illecitamente sulle confezioni di marmellata, risultata comunque biologica dalle analisi effettuate, il marchio “Fiordifrutta”, di proprietà della “Rigoni di Asiago Spa” e i marchi “Usda Organic” (l’equivalente Usa per la dicitura “da agricoltura biologica”) e la certificazione “Star-K-Kosher” che certifica il prodotto “kasher”, ovvero prodotto secondo i dettami della religione ebraica. Questi codici e autorizzazioni erano stati rilasciati dalle competenti autorità a ditte terze, tra cui la stessa “Rigoni di Asiago Spa”, e venivano quindi illecitamente impiegati per le confetture, poi spedite negli Stati Uniti dai porti di Napoli, Civitavecchia e Livorno.

Le indagini sono state coordinate e dirette dalle Procure della Repubblica di Pescara ed Avezzano. L’operato della ditta pescarese è stato segnalato agli uffici competenti del Ministero delle Politiche Agricole, che ha provveduto a far escludere la ditta dal circuito della certificazione biologica. Il medesimo provvedimento lo hanno adottato anche le autorità americane. Il titolare della ditta pescarese ed il suo socio, denunciati a piede libero, dovranno rispondere di concorso in contraffazione di marchi e frode in commercio.

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