Addio a Rivella il pioniere che lanciò il Brunello… “Di mia età, dove ciascun dovrebbe calarle vele, e raccoglier le sarte”. Era il 2012 quando il cavalier Ezio Rivella, l’uomo che ha creato la fortuna del Brunello, decise di dimettersi dalla guida del Consorzio citando Dante. Perché la sua doppia missione - creare la prima cantina internazionale di Montalcino (Castello Banfi) e risollevare gli affari dopo uno scandalo finito nel nulla - si era conclusa con successo. Ieri la notizia della sua morte, a 90 anni, a Roma. Da anni si muoveva poco dal suo Piemonte, ma ad ogni apparizione in pubblico riusciva a far capire come stava cambiando il mondo del vino. La sua storia è stata legata a quella di una famiglia italo-americana, i Mariani. Da enologo aveva inventato prima un sistema per rendere limpido il bianco della Cantina di Marino, vendendone in grandi quantità in tutta Italia. Poi aveva creato un Lambrusco leggero e frizzante, esportato dai Mariani in 25 milioni di casse negli Stati Uniti. Un affare colossale che aveva permesso ai Mariani di acquistare a Montalcino, spendendo per un ettaro quello che ora si spenderebbe per qualche zolla, immensi poderi: 2.830 ettari di Sangiovese. Uno degli investimenti maggiori nella storia delle cantine mondiali. Erano gli anni 70. Montalcino, dopo l'apertura dell'Auto sole nel1964, era “desolata, quattro case e una stazioncina ferroviaria con più treni che passeggeri, terreni incolti”, ha ricordato Rivella nel suo libro (“Io e Brunello”, Baldini, Castoldi, Dalai). Il Brunello esisteva, grazie ai Biondi Santi, ma se ne vendevano solo 300 mila bottiglie l’anno. Nel 1984 Castello Banfi aprìcon una festa stellare, tra elicotteri e ospiti da tutto il mondo. Non fu un’inizio facile. “Ci fu ostilità – ha raccontato Rivella – ci chiedevano se davvero facevamo il Brunello dolce per gli americani e per i supermercati e se i soldi arrivavano dalla mafia. Un’invidia fastidiosa perché è vero che Biondi Santi ha inventato il Brunello, ma siamo stati noi a lanciarlo nel mondo”. Rivella decise di produrre subito il doppio delle bottiglie di tutti gli altri vignaioli messi assieme. Grazie a questa scelta il Brunello ha conquistato l’America. Ed ora è uno dei vini più celebrati del pianeta. “Un pioniere, il primo enologo-manager, dopo di lui nulla qui è stato come prima”, dice Alessandro Regoli, direttore di WineNews, l’agenzia di notizie che ha sede proprio a Montalcino.
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