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Corriere della Sera - L'economia

Vinitaly a Chicago. Le cantine italiane verso il Midwest … Nella metropoli che è il cuore della regione dei grandi laghi il debutto Oltreoceano di Veronafiere. Ma per il 2024 c’è un piano per una presenza ancora più impegnativa negli Usa, il primo mercato per bianchi, rossi e spumanti con 1,8 miliardi di euro… Il vino italiano alla conquista del Midwest. Nel cuore degli Stati Uniti, che restano il primo mercato per bianchi, rossi e spumanti tricolori (per un valore di 1,8 miliardi di curo), una bottiglia importata su due Viene dal Vigneto Italia. Non è un. momento d’oro per Il settore, proprio per questo è partita la ricerca di mercati da sviluppare. Vinitaly ad ottobre è sbarcato per la prima volta a Chicago, una delle capitali del Midwest. L’occasione è stata International Wine Expo, la prima fiera organizzata oltreoceano da Veronafiere. È il debutto di un piano più ampio, Vinitaly Usa 2024 che prevede un accordo per una presenza sempre più impegnativa negli Stati Uniti. Il Midwest è la terra del Grandi Laghi e delle Grandi Pianure, valori rurali e di evangelismo, con storici centri industriali come Detroit, oltre a Chicago. Nella regione che comprende Michigan. Ohio, Indiana, Wisconsin, Illinois, Minnesota, Iowa, Missouri, North Dakota, South Dakota, Nebraska e Kansas vivono 70 milioni di persone che fanno scorso hanno accolto sulle loro tavole vino italiano per 200 milioni di dollari. È stato Maurizio Muzzetta, un imprenditore dell'Informatica di origine siciliana, radicato a Chicago, ad aprire 15 anni fa la strada degli eventi legati al buon bere tricolore, con la sua società Italian Expo che organizza anche la Fashion Week a Dallas e alcuni festival sui prodotti made in Italy. Da quest’anno è diventato partner di Veronafiere-Vinitaly. All’International Wine Expo, Il 22 e 23 ottobre, sono arrivate 207 cantine itali-ne, con 1.000 etichette in degustazione. Non una fiera aperta agli appassionati: solo incontri tra i vignaioli e 350 buyer, nei salottini invece che negli stand. Hanno risposto all’appello aziende leader come Bellavista e Castello Banfi, oltre a Consorzi importanti, come quelli del Brunello di Montalcino e del Prosecco. Sono state organizzate masterclass con Michaela Morris della rivista inglese Decanter, con i vini premiati dalla testata. E degustazioni dedicate a Veneto, Campania e Sardegna. “Nel Midwest, il vino Italiano sta reagendo bene alla crisi del consumi - spiega l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese -, in particolare nel segmento ontrade, allungando sul competitor francese”. È vero che nei primi otto mesi si è registrato un -5% degli acquisti, ma in un mercato che ha subito una flessione dell’8,4%, con Australia e Francia che perdono il 9,3% e il 14% e i vini statunitensi che si assestano a -9%. L’incredibile corsa ormai decennale delle bollicine italiane continua, con una crescita del 5,8% dell’off trade e del 9,6% nell’on trade. Negli sparkling wine, due bottiglie su tre del Midwest sono italiane. Soffrono i rossi (-10,1%), i bianchi, che valgono oltre un terzo delle vendite italiane nel Midwest (-5,1%) e i rosati (-9,4%). Che qualcosa di solido stia per nascere con un asse Verona Chicago lo annuncia anche Matteo Zoppas, presidente dell’ice: “Con Veronafiere Vinitaly stiamo valutando insieme ai ministeri degli Esteri, dell’Agricoltura, ad Assocamerestero, tutti presenti a Chicago il 33 e 23 ottobre, il progetto per fare di Vinitaly USA 2024 il principale appuntamento strategico per questo fondamentale mercato. È stato Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, il primo ad avere l’idea di una fiera business to business a Chicago. E ora, al ritorno dalla città sul lago Michigan, fa un bilancio lusinghiero: “Il lavoro di squadra attirato da tempo con le istituzioni ci ha dato ragione e possiamo dire di aver vinto una sfida importante e complessa, creando un forte momento promozionale a favore del settore enologico italiano negli Stati Uniti. “Vinitaly Usa 2024 seguirà anche le indicazioni del nascente comitato degli importatori con i quali condivideremo le strategie. L’Italia con i suoi 540 vitigni è in grado di offrire una scelta unica al mondo”, annuncia Danese. La speranza dei produttori è che incursioni fieristiche come quella di Chicago contribuiscano a superare le difficoltà del settore, con la flessione dell’export nel mercato Usa, tra inflazione e aumento del costo delle materie prime. I dati delle dogane Usa sulla prima metà del 2023, Il calo delle importazioni di vino italiano è stato di circa il 7% sullo stesso periodo del 2022. “Un risultato peggiore di quello del francesi, con la loro quota rimasta stabile - ha fatto notare l’agenzia WineNews - dopo una decade in cui gli Stati Uniti avevano trainato la crescita delle vendite dal Vigneto Italia”. Nel 2021 e nel 2022 si era registrato, con la fine delle chiusure dei locali dovute al Covid, una sorta di euforia tra I clienti americani, che avevano acquistato più di quello che hanno poi venduto. E ora hanno meno spazio per le nuove bottiglie. “Difficile prevedere quello che accadrà nel 2024 - dice Vittorio Marzotto, al vertice di Santa Margherita Usa - la domanda sarà più morbida, saremmo felici di pareggiare con il risultato del 20923”. “Nervi saldi e valorizzazione del marchio”, suggerisce Raffaele Boscaini di Masi Agricola, una delle cantine leader dell’Amarone della Valpolicella.

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