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CORRIERE DELLA SERA

Vinitaly a Verona ... Test d’eccellenza l’Italia corteggia la Cina anche via web ... Avanti l’Italia, prego. Il Vinitaly apre ufficialmente domenica 7 aprile, ma, il pomeriggio della vigilia, al Palazzo della Gran Guardia, nel cuore di Verona, la città della Fiera internazionale, 47 edizione, celebra, tra business e un pizzico di mondanità, i migliori 100 vini italiani. OperaWine, degustazione-evento, è dedicata soprattutto agli operatori specializzati, stranieri. Obiettivo: sedurli con le nostre bottiglie, affinché ne derivi beneficio per il nostro mercato. Intendiamoci, l’Italia del vino è già ben piazzata nell’export, soprattutto per il valore dei prodotti esportati: più 7 per cento nei primi 11 mesi del 2012, pari a 4,7 miliardi di euro. Ciò compensa la flessione in volumi (meno 9 per cento). li mercato leader per volume e valore è quello degli USA, davanti a ancia e Italia. Negli Stati Uniti, tra l’altro, cresce il consumo interno del vino (con forte attenzione ai vini sparkling), mentre noi italiani, pur secondi nella produzione (40.060 milioni di ettolitri), ne beviamo sempre meno, a eccezione di occasioni particolari. Complici la legge sui tassi alcolici (guida), le diete e la crisi economica.
Dunque, in attesa di tempi migliori, occorre puntare sempre di più sui mercati internazionali. Soprattutto sui nuovi mercati, Allora, entra in scena la Cina, protagonista speciale del Vinitaly 2013. A Verona, sarà presente per la prima volta una delegazione ufficiale del ministero del Commercio della Repubblica Popolare Cinese, Paese target dell’export enologico internazionale, con 190 milioni di acquirenti on line. Da qui il debutto, all’interno di un seminario sul futuro del vino italiano nel Paese asiatico, di Digital Media Technology&Wine Series, iniziativa che ha lo scopo di conoscere il mercato cinese e di agganciano attraverso i canali tradizionali, internet, ecommerce, social media E prevista la presenza di esponenti delle più importanti piattaforme di vendita online. Ma, oltre la Cina, la rete è ormai la parola magica per fare breccia tra i potenziali acquirenti del mondo. Vinitaly ha quindi deciso di rafforzare il rapporto con l’estero inaugurando VinitalyWineClub, piattaforma innovativa di promozione e vendita on line, che getta un ponte tra i produttori italiani e i nuovi consumatori. I quali avranno la possibilità discoprire nuovi vini provenienti da ogni dove della Penisola “il VinitalyWineClub è l’estensione digitale della fiera fisica - spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -. li progetto, dopo la presentazione ad OperaWine, è attivo dal 7 aprile”. La fase iniziale sarà di rodaggio: si potranno così contattare le prime aziende che hanno aderito al Club. La digitalizzazione - elemento significativo di questa edizione della Fiera - connota anche Enolitech, il Salone delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecniche olivicole e olearie. Si tratta di Digitalic Village, area espositiva in cui l’innovazione tecnologica e informatica si mettono a disposizione della filiera del vino, proponendo ai visitatori le ultime soluzioni 2.0. Dalle infrastrutture wireless per la raccolta dei dati tra le vigne fino ai software più moderni per la gestione del magazzino e le analisi del terreno.
Ma il Vinitaly non solo profuma divino. Ci sono i prodotti dell’agroalimentare italiano, le materie prime da cui deriva il buon cibo della nostra cucina. E il territorio, il paesaggio, l’ambiente sostenibile (al quale i vignaioli sono sempre più attenti), la nostra storia e la nostra cultura. Oltre le bottiglie, insomma, è il network che trama l’export. In questo contesto si inserisce “Sol&Agrifood”, dove gli espositori guardano ai mercati internazionali, puntando soprattutto sugli emergenti. Tant’è. Forse anche i cinesi che adorano le griffe, ricercando nel vino, come nella moda, l’idea di status symbol e di lusso, i russi danarosi che lo acquistano in base al prezzo, cioè caro, i brasiliani che stravedono per le nuove etichette (è l’identikit stilato da WineNews), entrando dentro l’anima di un Paese, riusciranno ad apprezzare meglio il buono che l’Italia può offrire. Nel bicchiere e nel piatto.

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